GOLF E POLITICA

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Posso dirlo con cognizione di causa, la stragrande maggioranza di quelli che condividono la mia passione per il golf sono di destra più o meno estrema.
Mi sono appassionato al gioco più bello del mondo quando vivevo in Sud Africa dove il golf è per tutti, basti dire che uno dei primi campi di Johannesburg fu creato proprio nella township di Soweto dove i segregazionisti avevano relegato i neri.
Diverso è qua in Italia dove a torto il golf viene considerato una cosa da ricchi quando invece costa meno del tennis o dello sci, e questa sensazione di appartenere a una elite attira inevitabilmente chi per ideologia o per illusione si ritiene al di sopra della massa.
E’ proprio a quelli che incontro intorno alle buche, sui fairway e nelle eleganti club house, quelli che dopo la vittoria di Giorgia gongolano soddisfatti tra palline e aperititivi… Cari golfisti più o meno fascisti, ma non vi sentite presi per i fondelli dalla vostra madonnina di Garbatella?
Dove sono finiti gli infuocati discorsi che volevano affondare i barconi, eliminare le accise, sfidare l’Europa, tornare alla lira, vietare le trivellazioni, inchiodare le multinazionali, risollevare il meridione, sconfiggere la disoccupazione e già che c’era pure la mafia e il federalismo?
Volevate una pasionaria nazionalista e vi ritrovate una caricatura di Draghi che di Supermario non ha nè la cultura nè il prestigio internazionale, una pessima imitazione che si sta consumando la salute per baciare le mani e altre parti meno nobili di quelli che dichiarava essere i suoi nemici giurati.
Vorrei chiederlo e invece me ne guardo bene perchè già so che mi risponderebbero con insopportabili e insostenibili strafalcioni politici, storici e sociali o i meno sciocchi se la caverebbero con un’alzatina di spalle avviandosi verso la buca successiva.
E allora, cari golfisti, gongolate pure quanto vi pare ma se volete giocare con me fatelo in silenzio e senza rompermi i cosiddetti altrimenti scio’, passi lunghi e ben distesi.