“CELLULA ANTI-SABOTAGGI” NATO COMANDATA DA BERLINO

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

I tedeschi ne hanno abbastanza, non si fidano più di nessuno e vogliono vedere con i loro occhi. El Pais, il più importante giornale spagnolo, ieri ha riportato una notizia che fa riflettere: al vertice Nato di Bruxelles, convocato per discutere degli aiuti all’Ucraina, si è parlato anche dei “danni collaterali”. Quelli solo indirettamente attribuibili alla guerra ‘’non dichiarata tra la Russia e l’Occidente.

“Infrastrutture strategiche”, come i gasdotti tedeschi del gas della Russia, per stare sul concreto dell’attualità. “Cellula di supervisione”. Tre indizi fanno una prova. Gasdotto Nord Stream, guastatori d’alto bordo a tradimento. Messaggi trasversali e “real politik” a spinta. Forse un giudice a Berlino.

“Infrastrutture strategiche”

«Possibili attacchi terroristici o comunque coperti contro infrastrutture strategiche di tipo trasportistico, energetico e telematico»Centrali elettriche e nucleari, oleodotti, gasdotti e cavi di cablaggio sottomarini. Ai quali vanno aggiunti i ‘bersagli classici’ che costituiscono la spina dorsale di ogni nazione come strade, ponti, nodi ferroviari e scali, portuali e aeroportuali.

“Cellula di supervisione”

Per questo, l’Alleanza atlantica ha deciso di creare una ‘cellula di supervisione’, una specie di ‘Unità di crisi’ incaricata di monitorare costantemente le possibili minacce alla sicurezza di ogni Paese. Il ‘capo’ di un tale organismo (e questa è un po’ la sorpresa) non sarà un americano, ma un tedesco. Hans-Werner Wiermann, un alto ufficiale in pensione della Bundeswehr, dovrà evitare che si ripetano brutte sorprese, come quella dell’attentato al gasdotto Nord Stream, dello scorso settembre (anche se fosse stato un colpo a tradimento di qualche alleato poco amico).

Ancora Stoltenberg

L’annuncio del progetto, fatto dal Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, per la verità ha sollevato più di una domanda. Come mai, solo adesso, si è pensato di organizzare una struttura antiterrorismo ad hoc per la guerra in Ucraina? E, soprattutto, perché una ‘cellula’ così delicata non è stata affidata alla supervisione diretta del Pentagono, ma si è preferito (o si è stati obbligati) farla guidare a Berlino? Beh, se in mezzo ci mettiamo anche lo zibaldone dei carri armati Leopard, allora avremo almeno tre indizi che, come diceva Agatha Christie, fanno una prova. Ma andiamo con ordine. I rumors già circolavano da un pezzo.

Tre indizi fanno una prova

Verso la fine dello scorso anno, proprio il Washington Post (giornale ultraprogressista e sostenitore dell’Amministrazione Biden) pubblicò un articolo in cui si diceva che non c’era alcuna prova che i russi si fossero ‘autobombardati’ il loro gasdotto. Non solo, ma lo stesso autorevole quotidiano citava un articolo di Seymour Hersh, giornalista onusto di glorie e di allori (ha vinto il premio Pulitzer), il quale raccontava con grande dovizia di particolari una storia (sporca) che avrebbe dovuto rimanere ‘top secret’: i due Nord Stream, per farla breve, scrive Hersh, li hanno fatto saltare gli americani. E l’ordine diretto l’ha dato il Presidente Biden. ‘Ingegnere’ di tutta l’operazione di sabotaggio sarebbe stato Jake Sullivan, il Consigliere per la Sicurezza nazionale. Una squadra di assaltatori della Us Navy, di stanza a Panama, si sarebbe incaricata di sbrigare il ‘lavoro’ senza farsi scoprire.

Guastatori a tradimento

In effetti, se si segue solo la logica, i russi non avrebbero avuto alcun interesse a distruggere un’infrastruttura che, solo momentaneamente bloccata, avrebbe potuto tornare a funzionare a guerra finita. In casi come questi, arrampicarsi sugli specchi non serve e i commenti ufficiali, americani ma anche europei, dietro le quinte, non hanno convinto proprio nessuno. Men che meno i tedeschi che, in teoria, sono stati quelli che ci hanno perso di più. Hersh scrive che Scholz era stato informato. Sinceramente stentiamo a crederlo. Crediamo invece che i servizi segreti di Berlino, che hanno buoni rapporti con molti colleghi (ad esempio in Medio Oriente) già avessero avuto qualche soffiata.

Messaggi e “real politik” a spinta

E questo può aver convinto il Cancelliere Scholz a tornare ad abbracciare un minimo di ‘realpolitik’. Al di là delle dichiarazioni di facciata. Nei fatti, la Germania sa di essere in prima linea e che potrebbe diventare il futuro campo di battaglia di un’ipotetica Terza guerra mondiale. Magari combattuta con missili nucleari a corto raggio e bombe atomiche ‘tattiche’. Logico, quindi, che il governo di Berlino dietro un’unità di facciata all’interno della Nato, cerchi di creare le condizioni per chiudere la guerra e la crisi.

Scholz non accetta di fare da battistrada a una strategia, quella americana, ‘per prove ed errori’, con la quale si prosegue il conflitto, alimentando il riarmo, ma senza avere una scaletta precisa degli obiettivi.

Forse un giudice a Berlino

Così, si tocca con mano una reale insofferenza. Gli ultimi interventi del nuovo Ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, non lasciano spazio a dubbi. A Bruxelles, si è lamentato apertamente per il fatto che tutti prendono impegni, ma pochi mantengono le promesse fatte a Kiev. E cita il caso dei carri armati Leopard. Dall’Europa ne dovevano arrivare in Ucraina 90, in tempi molto brevi, ma a quanto pare ne arriveranno solo una quarantina. Potranno dare qualche aiuto, se saranno in grado di fargli avere anche le munizioni, visto che pure quelle stanno diventando introvabili.

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«Come l’America ha eliminato il gasdotto Nord Stream»

Titolo inequivocabile vecchio di una settimana che, dopo poco nobili disattenzioni ‘politico-giornalistiche’, la sostanza arriva ai vertici Nato senza doverlo ammettere.
L’ACCUSA. Seymour Hersh, giornalista premio Pulitzer denuncia come un gruppo di sommozzatori della marina degli Stati Uniti, con la collaborazione della Norvegia, ha collocato gli esplosivi che il 26 settembre scorso hanno distrutto il gasdotto russo-tedesco sul fondo del mar Baltico. L’amministrazione Biden ha colpito l’infrastruttura di un paese non solo amico ma membro della Nato (la Germania) il cui scopo era di rifornirsi di energia da un paese con cui, tecnicamente, gli Stati Uniti non sono in guerra (la Russia).
TRADUZIONE POLITICA: nel 2023, gli Stati Uniti hanno bombardato un pezzo di Germania. Silenzio della stampa americana è assordante.
DIFESA. Casa Bianca, «affermazioni completamente inventate». Central Intelligence Agency: «Completamente e totalmente falso». L’ottantacinquenne Hersh commenta che, da quando ha iniziato il suo mestiere negli anni Sessanta, «le autorità hanno sempre detto che i miei articoli erano sbagliati, inventati, scandalosi, salvo poi dover ammettere di essere loro dei buguiardi».
MEMORIA CORTA: più volte il segretario di Stato Antony Blinken e lo stesso presidente Joe Biden, avevano affermato che consideravano il Nord Stream una minaccia per gli interessi degli Stati Uniti e che, in un modo o nell’altro, sarebbe stato fermato. Blinken, pochi giorni dopo la distruzione del gasdotto disse che si trattava di una «meravigliosa opportunità per mettere fine una volta per sempre alla dipendenza dall’energia russa».
Victoria Nuland, alto funzionario del Dipartimento di Stato (la signora del ‘fottiti Ue’), al Senato, disse: «Sono molto soddisfatta, e credo lo sia anche l’amministrazione, di sapere che Nord Stream 2 è adesso un rottame metallico in fondo al mare».

 

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

16 Febbraio 2023