MUOIA SANSONE…

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Non sono molte le cose della guerra in Ucraina che mi risultano chiare nell’orgia di propaganda, di faziosità, di tifo sperticato, di interessi nascosti, di vuota sicumera e di abissale ignoranza che ha caratterizzato l’informazione e il dibattito quotidiano.
La cosa di cui mi importa davvero è che le armi tacciano il prima possibile quali che siano le conseguenze per una parte o per l’altra, e in questo anno e mezzo di follia l’unica certezza che ho maturato è che ciò non potrà avvenire a seguito di una sconfitta militare di una delle due parti.
La guerra finirà se la Nato deciderà di abbandonare l’Ucraina al suo destino oppure se Putin verrà buttato fisicamente giù dal suo piedistallo, dal dissenso interno o dagli oligarchi, con la collaborazione di tutti i sistemi di intelligence del mondo occidentale.
Penso che il colpo di scena dell’ammutinamento forse rientrato di Prigozhin e della Wagner sia la fase iniziale della seconda ipotesi, e a farmelo pensare non sono le notizie vere o inventate che giungono da Rostov e da quell’autostrada che porta a Mosca.
L’unica cosa di cui possiamo avere reale contezza è il linguaggio non verbale di Putin che parla al proprio popolo, il volto terreo e inespressivo e la voce piatta e bassa di chi ha già accettato il proprio destino ed è in attesa della propria esecuzione.
Se sia un passo verso la pace o invece verso il peggiore dei disastri immaginabili nessuno lo può ancora dire, l’unica cosa che possiamo fare è incrociare le dita.
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