LA VOLPE CHE ABBIAMO DENTRO

DI LIDANO GRASSUCCI

 

Che volto ha la sera?

Ci sono giorni che è poco nera figlia prima dell’altra sera, altri cupa come il nero del carbone per la sera che verrà se non ci sarà luna piena.

Eccola la volpe, l’ho vista. Il gatto sale rapido sull’albero ha gli occhi grandi, solo chi uccide può capire gli occhi dell’assassino.

Eccola la volpe furtiva, furba, rapida e violentata dalla sua stessa necessità di stare dalla parte dei cattivi.

La volpe che abbiamo dentro

Eccola la volpe che annusa e sente lì dove io non sento niente.

Eccola la volpe che ora con quello stesso gatto vuole confondere un bimbo di legno, vuole rubargli l’ingenuità, la prospettiva di farsi grande.

Ma guardatela la volpe, bene negli occhi, condannata a stare sola, non ha il branco del lupo, non ha dei gatti la possibilità di stare nello stesso Colosseo da anni, anni, e anni ancora. Sola che torna come può e quei cuccioli del medesimo destino, l’odio del contadino con cui dividere l’unica gallina che ha. Fame per fame, infame destino di volpe e contadino.

Sono la volpe di questa sera, volto suo volto che spera. Certo il mio sperare è sangue per chi ho fatto smettere di sperare. Sono assassina, cattiva per definire il male, ma anche io so amare.

Sono la volpe furtiva, silenziosa, cattiva ma so baciare. Sono ciascuno di noi mai così cattivo, mai così buono, ma solo eguale in questa lotta per campare. Solo che almeno una volta, una volta che è ogni volta potrei raccontarvi di come mi è capitato di amare.

Sono la volpe che è arrivata davanti al mare… sono che è bella la volpe tale e quale a mia sorella, tale e quale a quella donna bella che ho gli occhi profondi per guardare.

Ma cosa vuol dire questa storiella? Non cercare nulla che tu non sappia ritrovare nel tuo fare e la bellezza è qui, il giudizio sul bene e sul male è l’unica morte su cui non sperare