CONTRO IL POTERE SPESSO SPIETATO, PROTESTE FANTASIONE O DISPERATE: IRAN, CINA, PALESTINA, TUNISIA

DI ENNIO REMONDINO

 

 

Dai turbanti dei mollah fatti volare a Teheran, ai fogli bianchi a Shanghai, dal non voto in Tunisia alla trasformazione della rabbia palestinese in lotta armata. ‘Quando è proibita, la protesta si fa creativa’, scrive Siegmund Ginzberg sul Foglio. Di fronte al dissenso i governi possono scegliere di cedere un poco a far calmare le acque, o di rispondere con le cattive, alla vecchia maniera. Accenni su cosa sta accedendo o sta per accadere in Iran, a Shanghai, in Palestina, in Tunisia.

Il boia nella «guerra a Dio»

«Fare la guerra a Dio» la colpa per cui vengono impiccati i manifestanti iraniani. ‘Moharebeh’, che significa «fare la guerra a Dio» ma non è vero un reato religioso, Come non è certo un governo di ‘ministri di dio’, la gerarchia del potere teocratico del regime iraniano.

Secondo il gruppo per i diritti umani Iran Human Rights, il regime iraniano dall’inizio dell’anno ha eseguito oltre 500 condanne a morte, moltissime delle quali per il reato di moharebeh.

Negli ultimi giorni in Iran sono state eseguite le condanne a morte contro due manifestanti che erano stati arrestati per avere protestato contro il regime iraniano. I due, Mohsen Shekari e Majid Reza Rahnavard, avevano 23 anni e sono stati uccisi per impiccagione perché accusati del reato di ‘moharebeh’, che in farsi (la lingua iraniana) significa più o meno «fare la guerra a Dio», o «inimicizia contro Dio», spiega il Post. Il corrispettivo in arabo è ‘hirabah’. Il ‘moharebeh’ è uno dei reati che da decenni ormai il regime teocratico iraniano usa per infliggere pene spropositate contro infrazioni da loro ritenute pericolose per la stabilità politica.

I fogli bianchi della protesta cinese

Decine di migliaia di persone in varie città della Cina hanno protestato contro le restrizioni per la pandemia da coronavirus. Simbolo della protesta un foglio di carta bianco, in parte perché il bianco in Cina è il colore del lutto, ma soprattutto come segnale di protesta contro la censura imposta dal Partito comunista cinese. La città in cui le proteste sono state più partecipate è stata Shanghai, ma ci sono state anche manifestazioni a Pechino, Chengdu e altri grossi centri. E poiché ogni singola espressione di dissenso viene sistematicamente repressa, il foglio bianco finisce per diventare il simbolo di tutte le cose che in Cina non si possono dire. «Il foglio bianco rappresenta tutto ciò che vogliamo dire ma che non possiamo dire», spiega un manifestante di Pechino all’agenzia Reuters. I fogli bianchi sono stati usati per protestare in paesi in cui la censura è molto forte: è successo un paio di anni fa a Hong Kong, e più di recente in Russia, dove nelle prime settimane dell’invasione dell’Ucraina ci furono notevoli proteste contro la guerra poi represse.

Senza negoziati né diritti, i palestinesi “votano lotta armata”

Un sondaggio appena pubblicato dal Palestinian Center for Policy and Survey Research, ‘letto’ da Michele Giorgio su ‘Pagine Esteri’. «Il 72% dei 1.200 intervistati si è detto favorevole alla nascita di gruppi armati simili alla Fossa dei Leoni», nata nella casbah di Nablus e che riunisce militanti di diversi orientamenti politici. In Cisgiordania dove si ripetono, quasi con frequenza quotidiana, i raid dell’esercito israeliano. Il bilancio provvisorio di palestinesi uccisi nel 2022 è di 166, tra i quali donne e minori. «Il sostegno a una risoluzione negoziata del conflitto è ora al 32%. Un decennio fa il supporto si attestava al 55%». E i palestinesi –segnala preoccupato Michele Giorgio-, si attendono un peggioramento del quadro generale quando entreranno in carica i ministri leader della destra ultranazionalista, del nuovo governo israeliano. Il 61% degli intervistati pensa che l’esecutivo guidato da Netanyahu sarà più estremista, il 64% si aspetta che espellerà le famiglie palestinesi dal quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est, il 68% che evacuerà con la forza i beduini palestinesi di Khan al-Ahmar e il 58% che cambierà lo status quo alla moschea Al-Aqsa. «Previsioni certo non infondate», conclude Pagine Esteri.

Tunisia, la rivolta del popolo: a votare non va più nessuno

A 11 anni dalle Primavere arabe solo l’8,8% dei cittadini si è presentato alle urne. Ma il «golpista» Saied è saldo sostiene Francesco Battistini sul Corriere. «Sabato il 91,2 per cento dei tunisini s’è rifiutato d’eleggere un Parlamento che non può essere considerato un Parlamento». Protesta chiara e organizzata contro le leggi liberticide del presidente despota Saied, che rende inutile il diritto di voto così faticosamente riconquistato con la Rivoluzione del 2011. «L’astensione di massa è già da sola un grande disconoscimento popolare del processo avviato il 25 luglio 2021, da quel golpe con cui Saied aveva congelato l’Assemblea dei rappresentanti, azzerato i partiti e dimissionato il governo, avocando a sé ogni potere esecutivo, legislativo e pure giudiziario». «Il 92% dei tunisini ha voltato le spalle a questo processo illegale che si fa beffe della Costituzione».

Saied ha in realtà un solo avversario: una devastante crisi economica. La disoccupazione e i barconi carichi d’emigranti. Già da oggi, il Fmi avrebbe dovuto prestargli 1,9 miliardi d’euro, ma i soldi sono stati congelati in attesa di riforme vere che non si vedono. Sono arrivati solo 200 milioni della Banca europea e 150 serviranno per comprare subito grano tenero: in questa Tunisia affamata e sfiduciata, tutto può accadere.

 

Articolo di Ennio Remondino, dalla redazione di

19 Dicembre 2022

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ENNIO REMONDINO

Giornalista prima nella carta stampata, poi 40 anni di radio televisione, per finire col web. Inviato speciale al Tg1 tra terrorismo, trame e mafia, corrispondente estero Rai per ‘Europa centro sud orientale’ con sedi successive a Belgrado, Gerusalemme, Berlino e Istanbul. Reporter nelle guerre balcaniche, dall’assedio di Sarajevo ai bombardamenti Nato sulla Jugoslavia per il Kosovo, in Iraq, Medio Oriente, Afghanistan. Ora, ‘diversamente giovane’, Remocontro.it per non perdere il vizio.