E IO STANOTTE HO SOGNATO TE

DI MARCO PROIETTI MANCINI


Poi ti ritrovi a sognare di passare insieme del tempo con un contatto di Facebook con cui non ti sei mai visto e con cui interagisci anche poco.

Un sogno vivido, in cui ti ritrovi a stare insieme a lei (ebbene sì, è una donna, ma non fatevi strane idee) perché sei andato a trovarla. Non ricordi nulla del viaggio, ti ritrovi semplicemente lì.

Lei vive in un casale, in un posto isolato in campagna, in cima a una collina. Siete seduti a un tavolo all’esterno, è una giornata serena, non calda, non fredda, state bene insieme.

Bevete del té e mangiate qualche biscotto che ha preparato lei. A me in realtà il té con i biscotti nella vita reale neanche piace tanto, ma nei sogni può succedere di tutto.

Si parla lentamente, tu sorridi, lei sorride. Si discute della sua Fede e del tuo essere scettico, anzi, di più. Dei figli, del lavoro, delle scelte. Ogni tanto si sta in silenzio e si guarda il panorama che si vede dal suo giardino, che poi è un giardino di campagna, forse i più belli che ci siano.

Ci si confida anche su una certa sospettosità che si nutriva – e nella vita magari si nutre ancora, ma i sogni son sogni, valli a controllare – uno verso l’altra e viceversa.

E poi il sogno finisce. Ci si ritrova a sorridere da svegli e non capisci perché. Pensi “domani le mando un messaggio e le racconto questa cosa strana”. Poi pensi “così davvero mi prende per scemo, nella migliore delle ipotesi. Altro che una certa sospettosità”

Ma il sogno hai voglia di raccontarlo lo stesso e allora ti trovi a scriverlo così, in pubblico.

Come una fantasia, un raccontino. Un sogno, appunto. No?

E pensi “se si riconosce, magari sorriderà anche lei, che il sogno non l’ha fatto. Se non si riconosce, non importa, magari sorriderà lo stesso, pensando che è una bella storia. Un sogno.”

E chi li controlla, i sogni? Nessuno, per questo sono belli.

Pensate, sognano pure quelli che stanno in prigione, sognano i cani che dormono e muovono le zampe nel sonno, sognano quelli che stanno per morire e sognano i neonati, sognano i cattivi e i buoni. Sognano tutti.

E io stanotte ho sognato te.