“I BUONI E I CATTIVI”

DI GIANCARLO SELMI

 

Mentre ci riempiono gli occhi e ci feriscono il cuore, con immagini di morti dall’Ucraina, allo scopo di unire odio alle devastazioni, allo scopo di definire confini fra buoni e cattivi, loro “i buoni” continuano con un olocausto, una pulizia etnica, una “soluzione finale” totalmente assente da schermi televisivi, commenti e stampa.
Il commento di uno degli “scomodi” abitanti di una parte del mondo dove comandano loro, “i buoni”.
Il commento di una persona facente parte di una etnia diversa da loro, “i buoni”.
Il commento su un dolore assurdo, causato da un odio assurdo che, come tutti gli effetti del loro odio, dell’odio dei “buoni”, non deve essere conosciuto.
Ed una fotografia straziante.
Grazie al mio amico Gianni Calì per avermi dato l’opportunità di leggere il commento, di vedere la foto e di rubargli entrambe le cose.
Sono certo che mi perdonerà.
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Il piccolo Ahmed Dawabshih
È stato bruciato vivo in casa con la sua famiglia.
Una famiglia palestinese vittima della follia estremista di un colono israeliano. In Palestina.
La foto ritrae Ahmed al rientro a scuola dopo la lunga convalescenza. Saluta il suo migliore amico.
Dio ti attribuisce un fardello. Solo se lo puoi reggere.
Youssef El Hirnou
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