No alla destra liberticida e azzera Sud

DI RAFFAELE VESCERA

 

Come se niente fudesse, sora Giorgia vuole instaurare il “premeriato”, ovvero il capo di governo, il premier, al comando autoritario del Paese, alla faccia del Parlamento e del Presidente della Repubblica che conteranno meno di zero. Che volete, la sua formazione politica, fratelli e cognati d’Italia, è quella della fiamma tricolore, ereditata dal fascismo e, cent’anni dopo l’omicidio Matteotti, rieccoli a propagandare un nuovo “ducetto”, seppure dimezzato.
E come se niente fudesse, ecco fermare per quattro ore in questura tre giornalisti colpevoli di voler riprendere e raccontare le manifestazioni degli studenti. Ed ecco fare della Rai la voce del regime, portandola a un basso livello culturale e politico mai raggiunto. Così si esclude lo scrittore Scurati, che ricorda il delitto Matteotti, e si sveglia alle quattro di notte il giornalista Massimo Giannini, per notificargli una querela per diffamazione, seppure la legge imponga che si possa fare solo dopo le sette del mattino. Spaventare e ricattare questo è il sistema, bellezza.
Punire il dissenso in tutte le sue forme, è questo il credo immortale della destraccia al potere, instaurare la legge del manganello, così come già si fa con gli studenti che manifestano contro il genocidio in corso in Palestina, perpetrato da un governo parimenti di destra, come quello di Netanyahu.
Non basta ancora, la destra deve mettere le redini alla Magistratura, cancellando la sua indipendenza, ed ecco la separazione delle carriere giudici-Pm, per fare dei Pubblici Ministeri non più un organo al servizio del potere giudiziario, bensì di quello politico. Memoria del Ventennio nero docet. E come se non bastasse, ecco anche l’eliminazione dell’abuso d’ufficio, l’alleggerimento delle norme anticorruzione e quant’altro possa favorire il malcostume politico.
E la bella Lega, sempre Nord, che cosa vuole in cambio da sora Giorgia? Semplice, chiede l’autonomia regionale differenziata, ovvero una legge che istituzionalizzi la differenza di trattamento Nord-Sud da parte del governo del Paese. Così rendendo legale che per un cittadino del Nord si spenda il 40% in più che per uno del Sud, in infrastrutture, trasporti, servizi, scuole, ospedali e quant’altro possa produrre lavoro e ricchezza, a vantaggio del solo Nord e a danno del Mezzogiorno, trattato come una colonia da depredare in cui impera povertà ed emigrazione, come accade dal 1860 in qua.
Dopotutto, perché mai sora Giorgia e cognati d’Italia dovrebbero opporsi a tale ingiustizia territoriale? Fu negli anni del fascismo che il Sud raggiunse il punto più basso di reddito pro capite rispetto al Nord, il 50%, poi migliorato nel dopoguerra fino al 63%, grazie ai governi antifascisti, e poi tornato oggigiorno a livello ventennio nero, dopo trent’anni di leghismo di fatto, complici tutti i partiti, compresi i piddini come Bonaccini e non solo. Il credo della destra non è forse fondato sulla disuguaglianza e la legge del più forte? In quanto ai post berlusconiani, sono accontentati con altri favori.
Che volete, la Lega, sempre Nord, è nata per questa ragione e ora può finalmente accaparrare il bottino inseguito da 30 anni, proponendo, come fa sciur Salvini, una condanna fino a 25 anni di carcere per chi manifesta contro il governo.
È l’ingiustizia fatta legge che deve affermarsi in tutti i campi, è per questa ragione che il governo, complice una sinistra all’acqua di rose, dice sì al lavoro precario e sottopagato, no al salario minimo, al reddito di cittadinanza e alla tassazione dei super ricchi che, seppure applicata in modo lieve, potrebbe fruttare allo Stato 300 miliardi l’anno, utili a sanare ogni ingiustizia sociale. Speriamo che il 10 giugno una bella mazzata elettorale punisca la destra per il suo cinismo sociale, premiando liste e candidati che si battono per la pace, la giustizia sociale e il riscatto del Mezzogiorno.
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Raffaele Vescera