Massimo non ci hai lasciati, sei scappato!

DI ENZO PALIOTTI

 

Caro Massimo, quanto tempo è passato da quando ci hai lasciati, da quel maledetto 4 giugno?

Non lo ricordo perché, dentro di me, sei ancora lì a parlare con il secchio implorandolo di muoversi per risolvere i tuoi problemi; sei ancora lì a spiegare perché il figlio che doveva nascere si dovesse chiamare Ugo; ancora insieme a don Pablo chiedendogli di nuovo “ma allora il mondo è la metafora di qualcosa”. E potrei continuare.

Il fatto è che tu non ci hai lasciato, si perché guardando il mondo dove si sta dirigendo posso dire che sei SCAPPATO. Si, scappato per quanto sta avvenendo, per il degrado, per la qualità così bassa che sta raggiungendo l’umanità. Guerre, lotta ai più deboli, sempre più povertà e fame nel mondo tra l’indifferenza di tanti, tutte cose alle quali hai sempre posto attenzione. E sono certo che ne parli con Pino, e insieme starete annuendo alla mia osservazione: “si siete proprio scappati”.

Un abbraccio dovunque tu sia e grazie di quanto ci hai dato e lasciato, credo proprio che questa mia considerazione sia presa e comunicata dai miei cari quando anche io scapperò, vi assicuro che è quel che penso seriamente troppo frequentemente, al di là della mia età.

Ciao Massimo, vorrei poterti abbracciare per trasmetterti quanto ti voglio bene.

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Enzo Paliotti