Israele senza freni fa strage e si isola dal mondo con l’America che la segue

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

A tre giorni dall’ordine dell’Aja di cessare il fuoco, l’esercito israeliano bombarda le tende di Rafah. Scoppia un incendio, almeno 45 palestinesi uccisi. L’ultima strage di palestinesi a sotterrare la residua credibilità internazionale del governo Netanyahu e, assieme, in grado di ridurre l’iniziativa politica americana in vuote acrobazie diplomatiche. Mentre Hamas interrompe ogni trattativa per un accordo.

Il salto di qualità nella scala degli orrori

L’aviazione di Tel Aviv ha bombardato una tendopoli affollata di profughi palestinesi disperati, a Tal al-Sultan di Rafah, all’interno del blocco 2371, che secondo la Protezione civile di Gaza era stata designata come «area sicura». Hanno causato almeno 45 morti, tra cui molte donne e bambini e decine di feriti.
Gli israeliani (al solito) hanno detto «di avere aperto un’inchiesta», e che l’area colpita non rientrava tra quelle protette. Anche se era dentro la città, e se gli abitanti dicono di essere stati confusi da messaggi di evacuazione controversi. E comunque, aggiungono che nessun avviso di bombardamento era arrivato.

La “sicurezza” come gira il vento

Il britannico Guardian forse risolve il mistero. O, meglio, il trucco. Le mappe della «sicurezza» cambiano, quasi ogni giorno. Così la zona bombardata, il 22 maggio, risultava «sicura». Poi gli israeliani hanno rivisto tutto, anche se dicono «di avere rispettato la legge». Ma, secondo quanto imposto dalla Corte Internazionale di Giustizia, il loro comportamento è assolutamente in contrasto con le direttive dei giudici.
Il portavoce dell’IDF sostiene che sono stati presi di mira membri anziani di Hamas. E l’azione è stata condotta «secondo il diritto internazionale, utilizzando munizioni precise e sulla base di informazioni di intelligence precedenti che indicavano un uso dell’area da parte di Hamas. L’IDF è a conoscenza dell’affermazione che a causa dell’attacco e del conseguente incendio, un certo numero di persone, non coinvolte, sono state colpite. L’incidente è in fase di esame».

Netanyahu, ennesimo “tragico errore”

Da parte sua, parlando alla Knesset, il Premier Netanyahu è tornato sul mantra (ormai un po’ logoro) del «tragico errore» per spiegare l’ennesimo massacro compiuto a Gaza. E, tanto per non lasciare illusioni a nessuno (principalmente a Biden) ha anche detto che «ha evitato di attaccare l’Iran», ma che a Rafah non rinuncia e farà di testa sua. Mandando a quel paese, aggiungiamo noi, in un colpo solo la Corte dell’Onu e i «consigli» della Casa Bianca. In effetti, in questa fase, gli Stati Uniti, più ancora di Israele, sono il vero anello debole della catena. Si sono esposti in maniera imperdonabile davanti al mondo, hanno sostenuto Netanyahu fino alle estreme conseguenze, non hanno ottenuto nessun risultato reale e ora non sanno semplicemente che cosa fare.

Israele fuori controllo, Usa nel panic0 straparla

Il comunicato emesso dal Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa è sconcertante: «Israele ha il diritto di attaccare Hamas – dice la nota – e comprendiamo che quest’attacco ha ucciso due importanti terroristi, responsabili di assalti contro civili israeliani. Ma siamo stati chiari, Israele deve prendere ogni precauzione possibile per proteggere i civili». Non una parola di condanna, specie dopo la pesante sentenza di venerdì emessa dalla Corte dell’Aja. È l’atteggiamento di una superpotenza, che ormai sembra un transatlantico che ha perso il timone e naviga a vista. Biden non si accorge che, nel tritacarne di Gaza, sta maciullando quel che resta della solidarietà occidentale. L’Unione Europea, già percorsa da mille tremori, diventati ormai vere fibrillazioni geopolitiche, si va spaccando. Ma soprattutto si allarga il fossato tra le due sponde dell’Atlantico.

L’Europa che inizia a dire No

Ieri, l’intervento dell’Alto rappresentante per la Politica estera comunitaria, Josep Borrell, è stato di inusitata durezza. Forse mai, come in questo caso, la vecchia Europa aveva trovato il coraggio di staccarsi clamorosamente dai diktat della Casa Bianca, influenzata dalle lobby finanziarie internazionali. Borrell ha detto di essere «inorridito dalle notizie provenienti da Rafah sugli attacchi israeliani, che hanno ucciso dozzine di sfollati, compresi bambini piccoli. Condanno tutto questo nei termini più forti. Non esiste un posto sicuro a Gaza – ha proseguito Borrell – questi attacchi devono cessare immediatamente. Gli ordini della Corte di Giustizia e il diritto internazionale umanitario devono essere rispettati da tutte le parti».

“Intanto, i Ministri degli Esteri dell’Unione, proprio prendendo spunto dal massacro di Rafah, hanno chiesto una verifica del Trattato di associazione con Israele. Ferma anche la condanna di tutto il mondo arabo e, in particolare, di Egitto e Giordania”.

La follia delle crudeltà

  • Tra domenica notte e lunedì mattina in Israele c’era chi ha festeggiato l’attacco di Rafah che ha ucciso almeno 45 palestinesi, documenta e denuncia Chiara Cruciati. Su canali Telegram con centinaia di migliaia di iscritti, l’immagine rilanciata del papà che tiene in braccio il corpo del figlioletto, ustionato e decapitato, definendo il bambino ‘l’agnello sacrificale di Yom Kippur’.
  • Due noti giornalisti israeliani, volti di Channel 12 e 14, si sono fatti gioco del rogo a Rafah paragonandolo al tradizionale falò per la festività di Lag Ba’Omer, che cadeva proprio domenica sera. «Il falò principale quest’anno è a Rafah», ha scritto Yinon Magal, conduttore del programma ‘The Patriots’, sopra all’immagine delle tende in fiamme. Naveh Dromi ci ha scritto su: «Buone feste».

Hamas cancellata o riprodotta all’infinito?

  • Otto mesi dopo. «Vediamo parti di Gaza che Israele aveva ripulito da Hamas e dove Hamas sta tornando – ha detto in un’intervista alla Cbs il segretario di Stato statunitense Blinken – Un’offensiva su Rafah lascerà a Israele il peso di una guerriglia duratura perché tanti uomini di Hamas resteranno a prescindere da cosa Israele farà a Rafah».
  • Tra gli analisti israeliani sono in tanti ad accusare Netanyahu di non avere né una strategia militare né un’idea di dopoguerra.‘

L’Europa s’è desta ?

  • Consiglio Ue dei ministri Esteri ieri a Bruxelles. Condanna per l’attacco israeliano, richiesta a Tel Aviv di dare seguito all’ordine della Corte internazionale di Giustizia dell’Aja fermando l’offensiva su Rafah.
  • Il Consiglio ha anche chiesto a Israele di non smettere di finanziare l’autorità palestinese, che senza fondi potrebbe dissolversi, e di smettere di definire l’Unrwa un’organizzazione terroristica, impedendole così di lavorare a Gaza e in Cisgiordania.
  • La responsabile Esteri tedesca, Annalena Baerbock, governo tradizionalmente sostenitore di Israele: «la sentenza dell’Aja su Rafah va rispettata». «Il diritto internazionale umanitario si applica a tutti, e questo vale anche per la condotta di guerra di Israele».

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AVEVAMO DETTO

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Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

28 Maggio 2024