IL TERRORISMO EBRAICO

DI CLAUDIO KHALED SER

 

In Palestina, dopo sei mesi di combattimenti; Israele non è riuscito a sconfiggere la forza guerrigliera di Hamas armata alla leggera, priva di difesa aerea, artiglieria e carri armati e nemmeno è riuscito ad ottenere la liberazione degli ostaggi.
Indubbiamente le forze israeliane si sono dimostrate abbastanza abili nell’uccidere donne, bambini e anziani disarmati, nel bombardare ospedali e cliniche ( cosa che en passant sarebbe un crimine di guerra), scuole, chiese, moschee, università centri profughi delle Nazioni Unite e anche abbastanza ciniche nell’uccidere oltre 200 giornalisti e 224 operatori umanitari.
Ma questo sparare nel mucchio o prendere di mira i testimoni della strage per chiudere loro la bocca per sempre, sta solo affondando qualsiasi simpatia verso israele senza farle vincere la guerra, anzi ne sta compromettendo in maniera grave l’economia, perché i coloni non vogliono tornare nelle zone vicine alla Striscia di Gaza, i richiamati hanno dovuto lasciare il lavoro ed esiste nel mondo un vasto movimento di boicottaggio dei prodotti israeliani.
Per giunta le truppe israeliane, pesantemente armate, hanno subito inaspettate perdite in termini di uomini e mezzi e oggi quasi tutti i reparti sono stati ritirati da Gaza, lasciando alle bombe e ai missili il compito di massacrare i civili palestinesi, Il governo israeliano a seguito di questo clamoroso fallimento comincia a sgretolarsi e gli ultra sionisti di Tel Aviv non hanno altra strada che estendere il conflitto in maniera da coinvolgere gli Usa e la Nato.
Ho già detto altre volte che la sconfitta spesso porta a più guerra invece che alla pace.
E per questo che il governo di Netanyahu, nella sua follia omicida, vuole marciare a sud del Libano contro Hezbollah e addirittura di trascinare l’Iran in una guerra.
Ma è credibile che lo stato degli ebrei speri in una vittoria? Lasciamo da parte l’Iran che ha dieci volte la popolazione di Israele e le cui postazioni nucleari sono affondate dentro montagne inaccessibili a qualsiasi raid aereo o missilistico ma anche Hezbollah è un un osso durissimo: in passato ha già prevalso sulle truppe di Tel Aviv e dispone oggi di missili a lungo raggio che possono colpire con precisione le profondità di Israele.
Non dico che si tratterebbe di un suicidio ma qualcosa di molto simile all’autoinfliggersi sofferenze, a meno che, appunto gli ebrei non cerchino di trascinare l’Occidente al fronte per farsi salvare.
Cosa ha da offrire il governo sionista agli Usa e all’Europa intontiti dalla sconfitta in Ucraina?
Lo ha chiarito l’attacco all’ambasciata iraniana di Damasco: distruggere le norme, le convenzioni internazionali e le leggi di guerra, creare un’anarchia geopolitica in cui ogni illegalità è consentita e in cui una Casa Bianca frustrata, potrebbe scorgere una risorsa per tamponate le sconfitte, generando paura.
E’ la filosofia che Tel Aviv e il sionismo perseguono da decenni.
Ma in realtà proprio questo atteggiamento costituirebbe, anzi costituisce la maggiore sconfitta possibile, perché ogni resistenza non solo diventa più decisa, ma acquista un significato etico, una difesa della civiltà contro la barbarie.
E’ possibile che l’Occidente in caduta libera e ormai privo di una chiara idea della realtà, finirà quasi certamente per cadere in questa trappola, subendone tutte le conseguenze.
Ora gli ebrei cercano la mossa disperata di spostare l’attenzione sull’Isis, un gruppetto di fanatici deficienti incapaci perfino di uccidere le zanzare.
Ma l’aiuto sionista e americano può trasformarli in “killer” o come amano dire gli occidentali in “terroristi”.
Intanto si lanciano messaggi di presunti attentati come quello di ieri contro gli stadi affollati per la Champion League e certamente qualche atto criminale verrà messo in atto per certificare il messaggio.
Ma ripeto, dietro la mano assassina c’é quella d’Israele e dei suoi complici che hanno tutto da guadagnare e nulla da perdere da presunti attentati jihadisti.
E’ purtroppo il teatrino della guerra dove anche gli spettatori vengono massacrati.