Le chiacchiere stanno a zero.

DI SALVATORE GRANATA

 

Mentre i salari dei lavoratori italiani crollavano, il primo atto del soggetto in foto al governo fu il decreto rave.
Oggi non si sono ripresi, e “almirantina” in persona si preoccupa di vietare la cannabis light (usata anche per la cura di patologie neurodegenerative o malattie gradualmente debiltanti), cioè il nulla.
Queste sono le priorità secondo Meloni, che passa il tempo ad acchiappare mosche e a lanciare “telemeloni” per fare la simpaticona.
Chi ha un salario da fame e non può pagare l’affitto, non è pienamente libero.
Se una persona viene sfruttata e sottopagata, non potrà mai crearsi una famiglia e più in generale un futuro dignitoso.
E nel frattempo Meloni che fa?
Blocca la proposta sul salario minimo e cancella i fondi per l’affitto da 330 milioni.
Chi si ammala e non riesce a prenotare le visite successive, con la sanità pubblica non è libero, oppure lo è, se faticosamente trova 500 euro (dopo aver pagato, con il resto dello stipendio, bollette, spesa, per mangiare, carburante) per curarsi privatamente.
Vi do qualche numero.
L’Istat ha presentato il rapporto annuale 2024, che certifica il disastro dell’esecutivo Meloni.
L’Istituto di statistica, infatti, non solo ribadisce quanto già reso noto nelle scorse settimane, ossia che nel 2023 in Italia è stato raggiunto il record di poveri assoluti (5,7 milioni), ma scrive nero su bianco che, nel triennio 2020/2023, grazie al Reddito di cittadinanza 1,3 milioni di famiglie sono uscite dalla povertà.
Di più.
Senza il RdC, scrive ancora l’Istat, l’incidenza di povertà assoluta familiare nel 2022 sarebbe stata superiore.
Chiunque affermi il contrario è un ricco ignorante.
E ancora.
“Nonostante i miglioramenti osservati sul mercato del lavoro negli ultimi anni” scrive sempre l’Istat, “L’Italia conserva una quota molto elevata di occupati in condizioni di vulnerabilità economica. Tra il 2013 e il 2023 il potere d’acquisto delle retribuzioni lorde in Italia è diminuito del 4,5% mentre nelle altre maggiori economie dell’Ue27 è cresciuto a tassi compresi tra l’1,1% della Francia e il 5,7% della Germania”.
Insomma, il tanto vituperato RdC è stato una manna nella lotta alla povertà. Con l’Adi e il Sfl, invece, si è fatto un salto indietro e, non ha caso, come ha sostenuto pochi giorni fa la Commissione UE aumenteranno sia la povertà assoluta sia quella infantile.
Altresì, cresce il part time mentre cala l’occupazione dei giovani.
È ovvio che l’assenza di un salario minimo pesi non poco. Come ha recentemente rilevato Eurofound, nei Paesi che hanno già adottato tale provvedimento, le retribuzioni nominali hanno fatto un balzo in avanti, arrivando (in taluni casi) a quadruplicare l’aumento dell’inflazione.
Qualche esempio: Polonia +21,5% (inflazione al 6,2%), Croazia +20% (inflazione al 5,4%), Portogallo +7,9% (inflazione all’1,9%) e Paesi Bassi +6,9% (inflazione all’1%).
Le chiacchiere stanno a zero.
Mi raccomando, continuate a votare Meloni e soci.
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Salvatore Granata