“Chiagni e fotti”

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

La notizia è clamorosa ma occorre capire di cosa si tratta veramente prima di festeggiare.
1. La Corte Penale dell’Aja (ICC) non ha condannato Netanyahu, ha soltanto deciso di aprire un procedimento contro di lui e i suoi complici per “aver causato sterminio, usato la carestia come metodo di guerra includendo l’impedimento degli aiuti umanitari, per aver deliberatamente colpito la popolazione civile”. Sono le parole del procuratore capo della corte Khan a cui dovrà seguire un processo che potrebbe essere lungo. Da notare che nè Israele nè Stati Uniti hanno sottoscritto il trattato di Roma che attribuisce a ICC i suoi poteri.
2. Le corti di giustizia internazionali all’Aja sono due, la già citata ICC che agisce contro singoli individui e la ICJ che è invece il tribunale delle Nazioni Unite che mette sotto processo gli stati.
E’ all’arbitrato di questa corte la cui giurisdizione è riconosciuta obbligatoria per tutti gli stati membri dell’ONU che il Sud Africa ha chiesto la condanna di Israele, una condanna che quand’anche venisse ottenuta non avrebbe alcuna conseguenza concreta.
3. La contemporaneità del rinvio a giudizio dei capi di Israele e di quelli di Hamas non autorizza alcuna analogia o paragone. Diversi sono i capi d’accusa ma soprattutto diversi sono gli imputati, i primi al comando di una nazione cosiddetta democratica e i secondi di un’organizzazione politica da tempo definita terroristica che, con l’aiuto della stessa Israele, ha assunto il dominio politico e amministrativo di quella piccola parte di Palestina che chiamiamo Gaza.
Non c’è nulla da festeggiare, la confusione è il terreno ideale affinché il genocidio dei civili di Gaza (e in forma attenuata della Cisgiordania) possa proseguire indisturbato ancora per parecchio tempo. Accontentiamoci di una moderata soddisfazione perchè è la prima volta che la ICC spende una parola di critica verso un paese parte integrante del blocco euro-americano.
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Mario Piazza