NELLA NOTTE DEL DERBY L’INTER VINCE PARTITA, SCUDETTO E SECONDA STELLA

DI MARINO BARTOLETTI

 

Lo scudetto ha cambiato proprietario per la quinta volta consecutiva, come accadeva fra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 (’85 Verona, ’86 Juventus, ’87 Napoli, ’88 Milan, ’89 Inter, ’90 Napoli, ’91 Sampdoria: sei squadre in sette anni e poi trittico Milan).
Questa volta la sequenza – per ora – è stata: ’20 Juventus (alla fine dello storico filotto), ’21 Inter, ’22 Milan, ’23 Napoli, ’24 Inter: quattro squadre in cinque anni. Rispetto a 35-40 campionati fa mancano le piccole-grandi outsider e la sensazione è che continueranno a mancare a lungo (a meno che i pianeti non si allineino in maniera perfettissima per il Bologna: vera, straordinaria rivelazione del campionato).
Il merito dei nerazzurri è ampio e inconfutabile (certificato dal fatto che la pratica sia stata chiusa con sei giornate d’anticipo): come lo fu quello del Napoli un anno fa. La sensazione è che di tutte le ultime vincitrici l’Inter sia quella che – per continuità, esperienza, guida tecnica, gioco, organico e visione strategica – abbia la possibilità più concreta di mantenersi in quota di volo.
So che commentare uno scudetto (specie se non conquistato dalla propria squadra del cuore) può essere un esercizio non facilissimo: in realtà neanche obbligatorio. Dovrebbe essere superfluo dirlo, ma, come sempre, non posso che affidarmi all’educazione di chi lo farà.