STATO DI PALESTINA VIETATO ALL’ONU DAL SOLO NO DEGLI STATI UNITI

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Un veto, posto dagli Stati Uniti, ha impedito che la Palestina possa diventare, per ora (e per chissà quanto tempo), Stato membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Il Consiglio di Sicurezza, chiamato a deliberare sulla proposta presentata dall’Algeria, ha votato a stragrande maggioranza per il ‘si’.

Il Veto Usa

Palestina vietata dagli Stati Uniti

Dei 15 componenti del Consiglio di sicurezza, ben 12 sono stati assolutamente favorevoli per formalizzare la proposta davanti all’Assemblea generale. Tra di loro, non solo Paesi come Russia e Cina, ma anche grossi calibri del blocco occidentale (Francia e Giappone su tutti). In definitiva, l’opportunità di accogliere la Palestina all’Onu come ‘membro a pieno titolo’ è stata praticamente condivisa da tutto il pianeta. Si sono dichiarati d’accordo anche Malta, Mozambico, Corea del Sud, Algeria, Sierra Leone, Slovenia, Guyana ed Ecuador, in rappresentanza di ogni area geografica e culturale. Due Paesi, Regno Unito e Svizzera si sono astenuti, mentre gli unici a votare contro sono stati proprio gli americani.

Il Veto e la prepotenza

Naturalmente, per bloccare tutto è stato necessario esercitare il ‘diritto di veto’. In pratica, un protocollo che maschera l’imposizione di atti di prepotenza internazionali, che col diritto non c’entrano niente. Ancora una volta lo schieramento diplomatico ha dimostrato una realtà solare: il sempre più clamoroso isolamento Usa nel sostenere un alleato riottoso, imprevedibile e supponente, come l’Israele guidato da Netanyahu. Impietosa l’analisi del Washington Post sulla politica estera di Biden, che da un lato invoca ‘la pace e i due Stati’ e dall’altra fa votare contro la Palestina all’Onu.

Problemi alla Casa Bianca

Certo, alla Casa Bianca si sono resi conto della figuraccia. «L’Amministrazione Usa aveva esercitato pressioni sugli altri Paesi – scrive il Washington Post – affinché votassero no o si astenessero, permettendo in tal modo di evitare un veto». Il problema vero, per Biden, è che di fronte alla logica di un voto, cade tutta la sua narrativa di presunte ‘mediazioni’ per la pace in Medio Oriente. Lui non può mediare, perché è parte in causa e i fatti parlano chiaro.

L’America svelata

Sentite come il diplomatico Robert Ward, ripreso dal Post, spiega il veto Usa sul ‘no’ alla Palestina membro drll’Onu: «Il Presidente Biden è stato chiaro sul fatto che una pace sostenibile nella regione possa essere raggiunta solo attraverso una soluzione a due Stati, con un accordo reciproco. Non esiste altra strada che garantisca la sicurezza e il futuro di Israele come Stato ebraico democratico. Non esiste altra strada che garantisca ai palestinesi di vivere in pace e con dignità, in uno Stato tutto loro». La traduzione più immediata è che fino a quando Tel Aviv dirà ‘no’, o porrà condizioni insostenibili, la tanto vagheggiata «rimodulazione geopolitica a due Stati», semplicemente non si farà.

“In ogni caso, fa capire la diplomazia americana, qui il diritto internazionale e le Nazioni Unite non c’entrano proprio niente. Gli accordi si raggiungono con negoziati bilaterali e con la supervisione, assoluta e obbligatoria, degli Stati Uniti”.

L’opinione pubblica del resto del mondo?

Ecco perché più si va avanti, e più la Casa Bianca sembra quasi infischiarsene delle reazioni dell’opinione pubblica mondiale. Pensa di avere altri mezzi di pressione, quando non ha i numeri. Se la risoluzione a favore della Palestina non fosse stata bloccata dal veto di Biden, sarebbe stata votata dall’Assemblea generale. Per la sua definitiva approvazione sarebbe stato necessario il consenso dei 2/3 dei 193 membri. Un traguardo sicuramente raggiungibile, visto che ben 140 nazioni al mondo riconoscono lo Stato della Palestina. L’ultima in ordine di tempo è stata la Spagna.

Territori palestinesi “osservatori permanenti”

Nel 2012 i Territori palestinesi sono stati dichiarati ‘osservatori permanenti’ dell’Onu. Ma non si è mai più riusciti a sanare giuridicamente il loro status, per la costante opposizione americana. Che non è mai cambiata, sotto nessun Presidente. Frustrata e avvilita la reazione dei palestinesi, a quest’ultimo sgarbo della Casa Bianca. Zlad Abu Amr, dell’ANP, ha ricordato che la risoluzione dell’Onu del 1947, alla base della creazione di Israele, chiedeva anche la costituzione di uno Stato palestinese. Mentre il Presidente palestinese, Abu Mazen, ha definito la scelta degli Stati Uniti «immorale e ingiustificata».

Ambasciatore senza vergogna

Soddisfatti, naturalmente, gli israeliani. Pesante il commento fatto dall’ambasciatore Gilad Erdan : «Era uno scherzo – ha detto – l’idea che uno Stato nazista palestinese soddisfacesse i criteri per l’adesione all’Onu. Se approvasse la risoluzione – ha aggiunto – il Consiglio di Sicurezza dovrebbe essere conosciuto come Consiglio del terrorismo».

“Parole estreme da parte di un brutto personaggio già noto per affermazioni volutamente gravide e offensive. Una volta la diplomazia israeliana andava famosa per la «hasbara», cioè un modo di presentare le cose, anche più sgradevoli, con un certo stile. Israele nella versione politica attuale, sta perdendo anche quella. E non è solo questione di stile”.

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Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

20 Aprile 2024