SINNER, IL CAMPIONE CHE NON SA INDIGNARSI

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Quella nella foto è la seconda palla servita ieri da Stefanos Tsitsipas durante il terzo e decisivo set della semifinale del torneo di Montecarlo, quando era sotto 1-3 e vantaggio Sinner.

L’altra foto è la faccia di Jannik Sinner subito dopo. Perché né il giudice di sedia, né quello di linea, si sono accorti che la palla era fuori di almeno 7 cm. Cosa notata persino dal telecronista in diretta. Ma anche dallo stesso Tsitsipas, che per una frazione di secondo lo abbiamo visto addirittura fermarsi, ritenendo scontata la chiamata out.

Ma siccome a Monte Carlo o non esiste l’occhio di falco perché ritenuto poco affidabile su terra rossa, oltre che inutile, il regolamento dice che in questi casi il giocatore che si ritiene danneggiato, deve subito fermare il gioco e chiedere al giudice di sedia di venire a verificare di persona il segno lasciato dalla palla. Altrimenti, peggio per lui.

Cosa che appunto Sinner non ha fatto. Solo al termine di quello scambio, vinto da Tsitsipas, ha timidamente fatto notare al giudice di sedia che il secondo servizio del greco, che si è ben guardato dall’ammetterlo, era un tantino fuori. Il giudice donna Aurélie Tourte, forse il giudice più apprezzato a livello internazionale e che si fa soltanto i tornei più prestigiosi, ha giustamente fatto spallucce: Sinner non ha chiesto immediatamente la verifica, come esige il regolamento, ma ha continuato a giocare, cancellando di fatto l’errore arbitrale.

Sinner è probabilmente uno che in vita sua non ha mai litigato con nessuno. E si vede. Non dico la faccia tosta, ma un minimo di indignazione, quanto meno per errori arbitrali marchiani come quello di ieri, dovrebbe saperla tirare fuori. Anche perché quell’errore marchiano gli è costato il match. Una valutazione corretta gli avrebbe dato il secondo break sul greco, portandolo sul 4-1 con il servizio a disposizione. Un casello autostradale di entrata, visto come stava dominando.

Invece, nel momento in cui, senza quel punto galeotto, Sinner già si sarebbe trovato negli spogliatoi a prendersi i complimenti del suo staff, ecco arrivare i crampi, che lo menomano visibilmente, consentendo al miglior Tsitsipas degli ultimi due anni di approdare in finale.

Certo, Sinner è da preferire di gran lunga a quel troglodita di Holger Rune, i cui pietosi litigi con il pubblico, quando non con gli stessi giudici, che puntualmente scoppiano sotto lo sguardo torvo di quella sfinge di sua madre che ormai lo segue dappertutto, sono ormai un contorno abituale alle sue performance.

Ma si sa, Sinner non è un pagliaccio e nemmeno un esibizionista. Una cosa del genere non gli era mai capitata. E speriamo ne faccia tesoro, perché perdere la semifinale di Monte Carlo in questo modo, senza avere più tra i piedi giocatori come Djokovic, Medvedev e Alcaraz, non si può proprio accettare.