“GHETTIZZATI E GHETTIZANDI”

DI SALVATORE GRANATA

 

La Donna in foto non devo certo presentarla io. Però per chi fa finta di non capire le ragioni del popolo palestinese, i processi storici e geopolitici recenti e non dell’area del Vicino Oriente e le cause del conflitto israelo-palestinese, farò una rapida presentazione.

È Francesca Albanese, giurista e docente all’Università di Pisa (non alla scuola di formazione della lega), ovviamente italiana, specializzata in Diritto Internazionale e Diritti Umani. Dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati.
Ripeto. Devo presentarla a chi fa orecchie da mercante o megafono di regime, per poter certificare l’importanza, il peso delle sue parole, la concretezza del suo agire, la volontà, le competenze insindacabili e la buona fede della persona, a differenza di un Salvini, un Renzi o un Calenda qualunque che non riescono a formulare due frasi di senso compiuto, pur godendo di maggiore visibilità nell’informazione nostrana corrotta in materia di guerre e non solo (ovviamente con il solo scopo di ottenere consensi da coloro che contano).
Pochi giorni fa, Francesca ha presentato all’ONU un rapporto dettagliato e chirurgico in merito alla situazione attuale del popolo palestinese.
Ve lo riporto testualmente nella speranza che lo condividiate per coinvolgere e portare più gente possibile a firmare in tutti i banchetti dell’Associazione Schierarsi per il riconoscimento dello Stato Palestinese da parte dell’Italia.
“Dopo quasi sei mesi di incessante assalto israeliano alla Gaza occupata, è mio solenne dovere riferire sul peggio di cui l’umanità è capace e presentare le mie conclusioni, l’anatomia di un genocidio. Una delle mie scoperte principali è che la leadership esecutiva e militare e i soldati israeliani hanno intenzionalmente distorto le regole del diritto umanitario internazionale, la distinzione, la proporzionalità e la precauzione, nel tentativo di legittimare la violenza genocida contro il popolo palestinese.
Allargando deliberatamente le definizioni di scudo umano, ordini di evacuazione, avvertimenti, zone sicure, danni collaterali e protezione medica, Israele ha usato la loro funzione protettiva come camuffamento umanitario, con l’effetto di nascondere modelli di condotta da cui l’unica deduzione che si può ragionevolmente trarre è una politica statale di violenza genocida contro i palestinesi. Alla luce di ciò, ritengo che ci siano ragionevoli motivi per credere che la soglia che indica la commissione del crimine di genocidio contro i palestinesi come gruppo a Gaza sia stata raggiunta.
In particolare, Israele ha commesso tre atti di genocidio con l’intento richiesto, causando gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo, infliggendo deliberatamente al gruppo condizioni di vita calcolate per portarlo alla distruzione fisica in tutto o in parte e imponendo misure volte a prevenire la nascita all’interno del gruppo”.
Fine.
È molto semplice: la dott.ssa Albanese chiede – come ha chiesto nei rapporti precedenti – che gli stati membri delle Nazioni Unite sviluppino un piano per porre fine all’occupazione coloniale israeliana e al regime di apartheid. Perché i cosiddetti “ghettizzati”, stanno “ghettizzando” a loro volta.
Più facile ancora: la dott.ssa Albanese critica l’inattività sul problema socio-politico di cui sopra, descrivendo gli Stati Uniti come “soggiogati dalla lobby ebraica” e l’Europa dal “senso di colpa per l’Olocausto”, con il risultato che entrambi “condannano gli oppressi” nel conflitto.
Spero sia chiaro.
Grazie di cuore a Francesca Albanese.
Un’altra voce libera e veritiera.