CUTRO, E’ TRASCORSO UN ANNO E IO NON DIMENTICO

DI PIERO GURRIERI

REDAZIONE

 

“Ho preso un bambino, pensavo che fosse vivo e mi sono tuffato in acqua vestito. Era un bambino di 2/3 anni, quando l’ho tirato fuori aveva ancora gli occhi aperti. Ho detto: ‘Questo lo salvo‘. Ma non è andata così: la mia rabbia è quella di non essere riuscito a salvarne neanche uno”.
“Non ero pronto per questo, sono stato preso dal panico. Ho visto 10 corpi tutti uno sopra l’altro. Quando chiudo gli occhi mi torna alla mente quel bambino. Se fossi arrivato un minuto prima, 20 secondi prima, magari avrei potuto salvarlo. Ho un senso di colpa. Quando sono arrivato a casa mia moglie mi ha visto stravolto. Mi ha detto: ‘Te l’avevo detto di non andare, perché era qualcosa di grave’. Sono tre giorni che non mangio e non dormo”.
Da domani, a chi mi chiederà il nome di un Eroe, risponderò “Vincenzo Luciano”.
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Un umile pescatore di 51 anni. Tra i primi domenica ad arrivare sulla spiaggia di Steccato di Cutro, tra i primi a prodigarsi fino allo sfinimento per salvare qualcuno, ma erano tutti morti.
Uomini come Vincenzo sono l’orgoglio di questo paese, anche se non sono esperti in discorsi e a stento sanno leggere e scrivere.
Ma sanno, molto più dei ministri, quanto sia dura e preziosa la vita, e non hanno dubbi nel rischiare la propria per salvarne un’altra.
Io ad un Uomo del genere darei il posto di ministro dell’Interno e le chiavi della porta del Viminale, non potrebbe stare in mani migliori.
“Fratello, ti sono grato, a nome di tutti.
Grazie, dal profondo del cuore”.
È trascorso un anno, e io non dimentico.
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