EUROPA IN GUERRA? IDEE POCHE E CONFUSE: MACRON E TRUPPE NATO IN UCRAINA

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Massimo Nava dalla redazione di REMOCONTRO –

«Macron e le truppe Nato in Ucraina: proposta drammatica o velleitaria?», il titolo del Corriere. Il giorno dopo le azzardare affermazioni di Emmanuel Macron: «non si può escludere l’invio di truppe occidentali in Ucraina», gli unici a esprimere un chiaro parere favorevole sono gli ucraini. Dopo la raffica di No anche pesanti, Macron in ritirata riduce tutto a «una proposta di discussione». I retroscena di Perigi da Massimo Nava.

Sorprendente, drammatico o velleitario?

Come altro definire il Consiglio europeo di guerra che Emmanuel Macron ha presieduto lunedì sera all’Eliseo. In sintesi, alla luce dell’andamento del conflitto in Ucraina, negativo per non dire disastroso per Kiev, il presidente francese ha lanciato l’ipotesi di truppe Nato sul terreno. Ipotesi estrema, per ora teorica, ma non esclusa nel momento in cui si riafferma che occorre fare«tutto il necessario per sostenere l’Ucraina e impedire la vittoria della Russia».

Marzialmente confuso

D’altra parte, nemmeno Macron si nasconde la difficile situazione sul campo e il quadro generale del conflitto: mancanza di munizioni, ritardi nell’invio di aiuti, ambiguità della politica americana condizionata dalle elezioni, superiorità militare della Russia, nonostante enormi perdite umane, embargo e sanzioni. «Raramente – informa un resoconto di Le Point – il tono è stato così marziale», di fronte ad alcuni leader europei, tra cui il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro olandese Mark Rutte (molto probabilmente futuro segretario generale della Nato). Né l’Unione europea né la Nato erano presenti.

Onnipresente instancabile Zelensky

Macron ha voluto anche rispondere alle pressanti sollecitazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha ricordato promesse, per ora non mantenute, di inviare un milione di proiettili alle forze ucraine. Complessivamente, i finanziamenti europei per questa guerra in Ucraina rappresentano appena il 30% del totale. D’altra parte, la macchina militare russa, essendo statale, funziona a pieno ritmo, mentre le industrie belliche europee hanno svuotato i magazzini e segnano il passo nella produzione e nelle commesse. «Siamo fortunati ad avere persone ai confini del mondo pronte ad aiutarci, ma sarebbe sbagliato pensare di dover fare affidamento su di loro», ha avvertito Emmanuel Macron.

«Dovremmo delegare il nostro futuro all’elettore americano? La mia risposta è no, indipendentemente da come voteranno. Dobbiamo fare di più», ha ribadito il presidente francese, che si è appena impegnato a fornire fino a 3 miliardi di euro in aiuti militari bilaterali all’Ucraina.

La Nato che fu e più non sarà

Al vertice Nato di Vilnius del luglio 2023, 32 Paesi si sono impegnati a firmare tali accordi bilaterali di sicurezza. Ad oggi, solo sei li hanno effettivamente firmati. «È importante continuare questo movimento e aumentare i nostri finanziamenti», ha dichiarato il presidente francese. Ad oggi, sono state formate otto coalizioni per equipaggiare l’Ucraina, tra cui una sugli F16 (con addestramento dei piloti ucraini) e una sull’artiglieria (guidata dalla Francia). Al termine della riunione di lunedì, è stato deciso di formare una nona coalizione «per gli attacchi in profondità», con missili e bombe a medio e lungo raggio. «Organizzeremo questa coalizione per mobilitare tutta la buona volontà e gli Stati che hanno capacità, che hanno iniziato o sono pronti a consegnare nuovi equipaggiamenti», ha detto Macron, senza entrare troppo nei dettagli. Ma si sa che il cancelliere tedesco è riluttante a consegnare i missili Taurus, mentre i suoi due partner di coalizione, gli ecologisti e i liberali, sono favorevoli.

Tra i Paesi confinanti con la Russia

Il primo ministro slovacco, Robert Fico, ha espresso perplessità sul fatto che «diversi Stati membri della Nato e dell’Ue stanno valutando la possibilità di inviare i loro soldati in Ucraina su base bilaterale». Emmanuel Macron lo ha confermato: «Tutto è stato discusso questa sera in modo molto libero e diretto. Oggi non c’è consenso sull’invio ufficiale di truppe sul terreno, sull’assunzione di responsabilità e sull’avallo. Ma in termini dinamici, nulla deve essere escluso. Faremo tutto il necessario per garantire che la Russia non vinca questa guerra». Macron ha così lasciata aperta una «ambiguità strategica».

Rilancio da Mosca, minacciosamente chiaro

Un avvertimento a Vladimir Putin, che non ha tardato ad alzare la voce, dichiarando in conferenza stampa: «Se l’Ucraina si unisce alla Nato e cerca di riprendersi la Crimea con la forza militare, ciò significa che i Paesi europei saranno automaticamente coinvolti in una guerra con la Russia». La premier estone Kaja Kallas ha avanzato la proposta di un grande prestito europeo per sostenere la guerra in Ucraina e dare visibilità all’industria degli armamenti, simile al grande prestito concordato dai 27 Stati membri al tempo della crisi del Covid-19. Ma il cancelliere Olaf Scholz e i Paesi frugali non sono favorevoli.

C’era una volta

«Ho conosciuto un mondo in cui Germania e Francia erano d’accordo nel convincere i frugali -ha commentato Macron-. Credo che nessun Paese europeo possa dire che l’atteggiamento russo di oggi e la guerra di aggressione in Ucraina non lo riguardino. E quindi penso che questa sia esattamente una situazione di quello che chiameremmo uno shock geopolitico che giustifica misure eccezionali».

Opposizioni all’attacco e opportunismi di governo

Le opposizioni francesi hanno duramente commentato le ipotesi lanciate da Macron. «Inviare truppe in Ucraina ci renderebbe belligeranti. La guerra con la Russia sarebbe una follia», ha detto il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon. Sebbene il capo di Stato abbia assicurato che «non c’è consenso oggi per inviare ufficialmente le truppe sul terreno, per assumersi la responsabilità e per avallarle», Marine Le Pen si è ugualmente indignata: «Non so se tutti si rendono conto della gravità di una simile dichiarazione. Emmanuel Macron gioca a fare il signore della guerra, ma parla con tanta noncuranza della vita dei nostri figli». Ma oggi, alla radio Rtl, il primo ministro Gabriel Attal ha difeso la posizione del capo di Stato: «Non possiamo escludere nulla in una guerra che si sta svolgendo nel cuore dell’Europa e alle porte dell’Unione europea».

Una flebile luce, forse, in fondo al tunnel

«L’unico punto luminoso in questo quadro fosco è che i leader europei, sconcertati dalla violenza di Putin e consapevoli che la protezione americana è sempre più fragile, stanno iniziando a capire che una vittoria di Mosca segnerebbe anche la loro sconfitta e rovinerebbe la sicurezza del continente — scrive Le Point —. La lezione principale del conflitto rimane l’eccezionale resistenza dimostrata dal popolo ucraino sotto l’attacco di una potenza nucleare sovra-armata. I francesi, i tedeschi e gli altri europei occidentali, da parte loro, non hanno ancora adottato collettivamente un analogo spirito di resistenza per organizzare la difesa del continente. (…) Il piccolo regno di Danimarca ha donato tutta la sua artiglieria all’Ucraina. Ma la Francia, che sostiene di essere la principale potenza militare europea, è avara di aiuti e si rifiuta ancora di consegnare a Kiev i suoi vecchi Mirage 2000-D. Anche la Germania è riluttante a consegnare i suoi missili a lungo raggio Taurus. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, coglie ogni occasione per dire che non può fornire di più e per accusare gli altri -in particolare Parigi- di non fare abbastanza».

Intanto, la guerra vera continua

“Il conto delle vittime, civili e militari, sale di giorno in giorno. L’Ucraina è oggi un Paese distrutto, devastato e spopolato per l’esodo di milioni di profughi, oltre agli spostamenti interni dalle zone di guerra. La narrazione corrente, che giustamente ricorda l’illegalità dell’aggressione russa e insiste sul concetto che una vittoria di Mosca sarebbe devastante per l’Europa e più in generale per gli equilibri del mondo, finisce per confermare la necessità di continuare la guerra ad ogni costo. In pratica, la soluzione peggiore, escluse tutte le altre”.

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Articolo di Massimo Nava, dalla redazione di

28 Febbraio 2024