ITALIA: IL TRIONFO DEL GENITORE COATTO

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Un 34 enne di Reggio Calabria ha aggredito l’insegnante che l’aveva convocato per informarlo sull’aggressione che il figlio 12enne aveva consumato ai danni di un suo compagno di classe.
L’uomo, si fa per dire, ha aggredito il professore sbattuto al muro e tenuto per il collo perché “La famiglia non dev’essere disturbata”.
I carabinieri della Stazione di Cannavò, dopo aver svolto gli accertamenti del caso, hanno identificato il 34enne che verrà denunciato all’Autorità Giudiziaria per lesioni, violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, poiché l’insegnante era impegnato nell’esercizio delle proprie funzioni all’interno della scuola.
Cosa possiamo osservare da quest’ennesimo episodio di violenza contro un insegnante. Intanto l’idea di famiglia che questo 34enne coltiva. Ovvero una famiglia disastrata i cui genitori non vanno disturbati qualora il loro figliolo abbia aggredito un compagno di classe. E non c’è da stupirsene con un genitore tanto manesco.
Ennesimo episodio in cui un coglione a 22 anni, dopo aver messo incinta una ragazza di cui possiamo immaginare l’estrazione culturale per aver concepito un figlio con un tale demente, entra nel novero dei genitori facilmente propagandati con l’idea che sposarsi e avere figli presto sia cool. Il tutto senza valutare minimamente quanto il Paese sia socialmente e culturalmente disfatto.
Ma quanto può interessare “l’altra Italia”, quella brutta e marginalizzata a chi nemmeno sa che esiste. Oppure a chi, disteso nella bambagia, pensa che la povertà sia l’invenzione di chi rifiuta di vedere quanto fantastico sia il nostro bel paese di ristoranti affollati.
Quando le ragioni delle istituzioni sono pressappoco quelle di sopra e si abbandonano interi territori allo sfacelo culturale, le famiglie risultanti ne esprimono in toto la povertà. Quello descritto è uno dei tanti episodi di aggressione che si conclude con la denuncia. Benissimo, venga anche l’arresto ma finché il meridione sarà abbandonato a sé stesso e privato delle risorse necessarie per evolvere culturalmente, avremo solo più denunce, arresti, famiglie e figli disastrati.
Questa Italia triste e iniqua, di cui si parla poco per non annoiare cittadini spesso imbarazzanti e chiusi nel proprio giardinetto da tifoso del nulla, sarà il problema dei prossimi 100 anni, perché carenze e disuguaglianze coltivate dal 1861 ad oggi non sono bastate; e anzi siamo governati da chi vuole addirittura accentuarle.
La tipologia di “famiglia tradizionale disastro”, i cui figli sono il prodotto sfortunato, non si aiuta con lo sdegno astratto e il pregiudizio scagliato contro territori poveri. La miseria, l’ignoranza la povertà intellettuale si combattono con risorse e mezzi idonei a valorizzarle. Il meridione è da costruire non abbandonare. Invece abbiamo da sempre politici servili, soprattutto quelli meridionali, che contribuiscono con la loro passività ad accentuare disuguaglianze; Indifferenti al grido di terre che aspettano da troppo tempo mezzi necessari per produrre investimenti e futuro.
Così il meridione conferma la sua tragica nomea, si spopola e diventa preda della barbarie da raccontare nel giornali e TG.