DI MARIO PIAZZA
La lingua italiana conta oltre 150.000 parole, di esse nelle normali conversazioni se ne usano circa 7.000 ma se provaste a contare quelle presenti in un qualsiasi quotidiano non arrivereste a 1000.
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Pare che il linguaggio sia verbale che scritto, fondamentale differenza tra noi e i vocalizzi degli animali, debba essere semplificato per favorirne la comprensione ma più esso si riduce e più i concetti che esprime si appiattiscono fino a trasformarsi in veri e propri slogan che potrebbero essere scritti sul retro dello scontrino del caffè.
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Non è il male peggiore, perché anche nella sua attuale povertà il linguaggio nasconde trucchi da baraccone che orientano surrettiziamente il nostro modo di pensare.
E’ per questo che i Palestinesi e i Russi muoiono mentre invece gli Israeliani e gli Ucraini vengono uccisi, che i vecchi Forconi e Gilet Gialli sono diventati semplici agricoltori e contadini, che i razzi di Hamas diventano missili, che un animale innocuo e indifeso viene chiamato con la sigla M90 come se fosse un posto a teatro. Per la stessa ragione quelli che hanno assaltato la CGIL sono “alcuni attivisti” e invece Alfredo Cospito è un terrorista e quel disgraziato che per pagarsi il passaggio regge la manetta del fuoribordo diventa uno scafista, e pure i neonazisti che infestano gli stadi sono semplicemente ultras.
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Il trucco c’è, e se state attenti si vede benissimo.