SIATE BUONI

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Credo di aver espresso il mio insuperabile e viscerale disprezzo per questo governo in ogni forma possibile e continuerò a farlo vita natural durante, sua o mia non fa differenza. In esso sono racchiuse le peggiori nequizie che affliggono l’umanità dalla notte dei tempi ma, complici i buoni sentimenti che tradizionalmente accompagnano il periodo natalizio, voglio citare gli unici tre argomenti che se non facessero parte della mostruosa macchina che hanno avviato avrebbero potuto riscuotere la mia approvazione almeno parziale.
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– Il reddito di cittadinanza non andava certamente abolito, ma non mi era mai capitato di vedere una cosa tanto giusta realizzata in maniera tanto sbagliata. Si sarebbe potuto rivoltarlo come un calzino per mettere fine alle insopportabili truffe, si potevano trovare mille modi per evitare che si ripercuotesse negativamente sul mercato del lavoro e soprattutto si sarebbe potuto valorizzarne quella parte che prescindeva dall’assistenzialismo per diventare un vero e proprio strumento di avvicinamento alla piena occupazione.
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– Il bonus del 110%, la versione edilizia del Piano Marshall che gli americani ci “regalarono” alla fine della guerra. Scava una buca e riempi una buca, l’unica cosa che conta è che tu abbia una forma di reddito che possa riattivare il mercato. Strategia condivisibile se non fosse che questa volta il regalo sia stato fatto non a chi per sopravvivere di buche ne avrebbe scavate e riempite centomila ma a quel sottobosco borghese di palazzinari e di tecnici e alla loro clientela abbiente che quel reddito lo avevano serenamente conservato.
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In entrambi i casi un uso di risorse economiche del tutto sproporzionato rispetto ai risultati raggiunti, in entrambi i casi un pozzo di San Patrizio a cui ha potuto abbeverarsi a piacimento anche la parte peggiore della popolazione ma un conto è metterci mano, altro è buttar tutto per aria senza proporre assolutamente un cacchio di alternativo.
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– Il terzo punto è quella trappola mortale per la democrazia che chiamano “premierato”. Concettualmente non avrei nulla contro l’elezione diretta del primo ministro o del presidente della repubblica né mi spaventa l’idea che il Quirinale possa perdere parte di quei poteri che comunque si guarda bene dall’esercitare, fatta eccezione per la nomina dei cosiddetti governi tecnici buoni solo a rinviare di qualche anno i problemi sulla pelle di chi sta peggio. Per capire quale immonda bufala si nasconda dietro il premierato occorre entrare nei dettagli della proposta e vi invito a farlo, una porcata il cui unico scopo è di rafforzare e conservare il potere di chi già tanto immeritatamente lo detiene.
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Ecco fatto. Questo post è l’espressione massima della mia benevolenza verso il governo Meloni, il mio debito col Natale è saldato.