SCOPRI LE DIFFERENZE

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Fra Meloni e Ferragni non so schierarmi.
Mi astengo, le evito entrambe con gaudente sollazzo, però mi scappa lo stesso di parlarne.
E se per qualcuno è una contraddizione lo anticipo: non lo è. Loro si occupano delle nostre vite peggiorandole di brutto e parlarne mi sembra il minimo.
Male, ovviamente.
Una governa e l’altra si arricchisce sfruttando entrambe le debolezze e i bisogni delle persone che si fidano di loro, la loro buona fede e in certi casi la loro ignoranza.
Una ha la maggioranza dei votanti e un gradimento tuttora alto nonostante l’aver disatteso qualsiasi promessa fatta in campagna elettorale e i disastri che lei e il suo governo di incapaci, ed è il termine più garbato, stanno compiendo; l’altra ha trenta milioni di follower (!!!) che in buona parte la ritengono un riferimento di vita e pendono dalle sue labbra, incapaci di vivere una loro dimensione, convinti di potersi permettere gli stessi “outfit” presentati con tanta enfasi dalla loro eroina e il suo stesso tenore di vita.
Entrambe appartengono a una realtà che coi bisogni veri delle persone non c’entra una benemerita fava, ma che però se ne serve per i propri, di bisogni.
Sono la versione rifinita di certi imbonitori che fino a qualche anno fa spopolavano in tv, prevedevano il futuro, trasformavano la carta straccia in banconote, guarivano i tumori. In questa rincorsa verso l’abisso del niente sono un po’ la loro evoluzione.
Per fare un esempio, trovo infatti imbarazzanti analogie fra le due, soprattutto la meloni, e la tanto vituperata Vanna Marchi, quella che dalla vetta più alta del suo illuminato pensiero sentenziò che “i coglioni vanno incu**ti”.
Una mentalità aberrante, anche perché quei “coglioni” sono spesso solo persone disperate e proprio per questo meriterebbero ancora più rispetto, ma che nella sostanza porta a comportamenti non molto diversi da quello che fanno le altre due. E anche i risultati sono simili, visto che si basano su menzogne e promesse non mantenute.
Certo, queste fenomenesse contemporanee sono più garbate, la meloni meno, ma il sale non si scioglie nemmeno qui.
Naturalmente è solo il mio parere, ma io sono una pessima persona e non certo un esempio. Non ho mai avuto bisogno di eroi, non mi fido né dei politici né degli influencer, compro i pandori che mi piacciono di più e se voglio fare beneficenza la faccio senza rompere i coglioni a nessuno, ed ero oltre qualsiasi boomer già a diciotto anni, per dire.
Non faccio testo.
Ma una differenza fra le due c’è.
La Ferragni ha chiesto scusa. Una cosa dovuta, certo, vista l’evidenza dei fatti, ma di questi tempi non scontata. L’ha fatto presentandosi con tono dimesso, coi capelli legati e da dentro una felpa il doppio più grande di lei forse per simulare contrizione, con le lacrime che non c’è stato verso che scendessero, abilmente truccata per far credere che non lo fosse e promettendo di versare in beneficenza il milione che ha preso per spolverare i pandori, che comunque corrisponde a un castello di chissà quanti che lei ce n’ha (semi-cit.).
Però l’ha fatto, ha chiesto scusa.
In qualche modo merita rispetto.
Non credo che la Meloni scenderà mai dalle sue vette incontaminate di arroganza e presunzione per fare altrettanto. Un politico che chiede scusa non si è mai visto e non sarà certo lei a conquistare questo primato.
E una che ha votato la nipote di Mubarak, tanto per dirne una, senza fiatare e senza mai ammettere di averci preso per il culo e di averlo fatto solo per la propria carriera, non merita rispetto.
Non il mio, almeno.