DI ANNA CALI’
“Da oggi sono uno scugnizzo, per me ha un significato enorme”.
Queste le parole di Luciano Spalletti nella cerimonia che si è tenuta presso la Sala dei Baroni del Maschio Angioino. Non soltanto il tatuaggio, la cicatrice più bella che ricorda la conquista del terzo scudetto ma da oggi in poi è ufficialmente un cittadino napoletano.
Una cittadinanza che non fa altro che confermare il rapporto speciale che si è creato con Napoli e con gli stessi napoletani in questi due lunghi anni. Spalletti non è soltanto il condottiero che ha riportato la città partenopea di nuovo sul tetto Campione d’Italia dopo 33 anni, lui è anche quella persona che ha saputo apprezzare e far emergere ogni aspetto di questa città, conoscendo così i suoi vicoli, le sue piazze e soprattutto il calore umano che dà il popolo. Ha saputo far ritornare i tifosi nella loro “casa” il Maradona che, lui stesso definisce: “La vittoria più grande”. Perché sin dal primo giorno il Mister ha dimostrato di saperci tenere alla città e aveva un unico obiettivo: “Farla scoppiare di gioia”, dopo queste parole, molti tifosi erano scettici perché si veniva da dalle cessioni importanti quali: Koulibaly e Mertens, ma lui ha saputo far integrare i nuovi acquisti, tutte forze giovani e li ha saputo far divertire, facendo diverti anche gli stessi tifosi. Ed è grazie a lui se il 4 maggio 2023 la città di Napoli è “scoppiata” di gioia.
Luciano Spalletti verrà ricordato da tutti i tifosi e non, perché lui è riuscito ad avvicinare veramente tutti. È e sarà sempre come il primo amore, quello che non dimentichi, quello che ti ha fatto sorridere, piangere, passare le notti insonne e, che a distanza di tempo, quando vi incontrerete per caso, vi guarderete e sorriderete ricordando.
“Che responsabilità che mi date. Ringrazio il sindaco e la giunta, poi il pensiero va a tutti i miei collaboratori, allo staff tecnico, medico e a tutti quelli che hanno lavorato con me la scorsa stagione. Ringrazio il direttore Giuntoli, il presidente De Laurentiis e tutta la società. Soprattutto ringrazio i miei calciatori, che hanno mandato la bellezza di quanto fatto in giro per il mondo. Non so se merito tutto questo, perché io avevo una squadra fortissima, però mi sono dedicato a questa maglia con tutto me stesso e questa onorificenza certifica il legame umano che si è creato tra me e il popolo napoletano, l’aspetto a cui tengo di più. Aver convinto i napoletani a tornare nella loro casa, il ‘Maradona’, è per me una delle vittorie più grandi”. Queste le sue parole nel corso della cerimonia.
Il Sindaco Gaetano Manfredi: “Oggi è una bella giornata per la nostra città. Vincere uno scudetto a Napoli è qualcosa di più che vincerlo altrove, c’è un amore viscerale tra questa città e la squadra. Spalletti è stato un grande condottiero in campo e un esempio dell’amore nei confronti della nostra città. Per lasciare un segno a Napoli ci vogliono uomini speciali che capiscano la nostra cultura, capaci di donarsi all’anima di questa città. Spalletti è stato così: si è dedicato, ha amato, è stato amato, ha vinto. La scelta della cittadinanza onoraria a Spalletti è una scelta vera, non di forma, ma di sostanza. A tutti noi fa piacere che Spalletti resti cittadino della città, continui ad esserlo adesso come allenatore della nazionale, porti in alto il nome di Napoli come ha già fatto con questa straordinaria vittoria e sia testimone di una cosa: essere napoletani, in Italia e nel mondo, è una cosa speciale. E Spalletti è un cittadino speciale”.
Alla cerimonia presente anche il Patron Aurelio De Laurentiis: “Vi prometto che quanto fatto da Luciano sarà ripetibile. Abbiamo sempre detto che non si può vincere ogni anno, se non con gli imbrogli. Ci sono problemi di appagamento, di irrequietezza, nonché di rafforzamento delle altre squadre. L’anno scorso abbiamo avuto anche quel pizzico di fortuna che nella vita ci vuole sempre. Luciano è un motivatore esemplare, anche perché un giocatore ha una soglia d’attenzione molto bassa. Lui è un grande comunicatore. Questi titoli sono strameritati, ora gli auguro un limpido cammino con la Nazionale e di riportarla sui suoi allori. Ora però si è fregato, perché adesso che è cittadino onorario non si potrà più sottrarre alle nostre richieste di aiuto e consulenza…”.