GOVERNO ROBOCOP

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Legislativo, esecutivo e giudiziario. A scuola ci hanno insegnato che la Repubblica è fondata sulla separazione dei tre poteri dello stato attribuendone la titolarità nell’ordine al Parlamento, alla Pubblica Amministrazione e alla Magistratura.
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Uno schematismo che fa ridere per quanto sia smentito quotidianamente dai fatti, laddove le leggi vengono prodotte unicamente dal Governo riducendo il Parlamento (e il presidente della repubblica) a una funzione puramente notarile e la Pubblica Amministrazione a un albero della cuccagna dove piazzare a piacimento chi a quel governo è fedele.
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Rimane il potere giudiziario, quello della Magistratura, che per la specifica professionalità e per la complessità delle carriere e delle nomine non può essere assoggettato ai voleri di chi comanda.
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Un bel problema per un governo antidemocratico, o per dirla con Crosetto non un problema ma un vero e proprio pericolo.
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Non potendo attaccare i giudici per le sentenze che producono, nell’ambito della loro discrezionalità gradite equamente a volte a destra e a volte a sinistra, si prova a farlo invocando una “terzietà” che non dovrebbe obbligare il giudice all’imparzialità solo quando indossa la toga nell’esercizio delle sue funzioni ma invece annullarlo prima come essere umano e subito dopo come cittadino. Quindi non più giudici cittadini come gli altri ma una schiera di Robocop con la toga comandati da joystick nelle mani del governo.
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Ma, dico io, per spuntare le unghie alla Magistratura non sarebbe più semplice rispettare le leggi invece di provare a trasformare il paese in un incubo orwelliano?