KUNTA KINTE ADDIO

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Immaginare che l’Europa alle prese con la crisi economica, politica e sociale più acuta della sua storia, rinunci a parte delle sue risorse industriali e in particolare a quelle con il più alto valore aggiunto per trasferirle in Africa è roba da illuminati statisti. Se a questo progetto generoso e mondialista aggiungiamo la rinuncia alla storica depredazione delle risorse naturali del continente nero e allo sfruttamento delle sue risorse umane un illuminato statista neppure basta più, dobbiamo pensare a un nuovo Messia dotato di poteri soprannaturali e risorse illimitate sceso in terra per salvare quel miliardo di persone condannate a una vita di stenti.
Se però a presentare un piano del genere è un premier politico che ha fatto del nazionalismo più spinto la propria bandiera macchiandola più volte di autentico razzismo, uno che invocava il blocco navale e che allontana i soccorsi da chi sta annegando, uno che si straccia pubblicamente le vesti per quella fabbrica che Stellantis ha spostato in Marocco, uno che rifiuta la nazionalità a chi è nato in Italia con la pelle nera, uno che non riesce a condannare la propria matrice politica che in Africa ha portato distruzione e stragi, il dubbio che in quel barattolo di Nutella offerto all’Africa col nome di “piano Mattei” ci sia qualcosa che della cioccolata ha soltanto il colore è più che legittimo.
Staremo a vedere, per quel che mi riguarda sarei stato meno sorpreso se Matteo Messina Denaro fosse diventato il capo della polizia o Alvaro Vitali avesse vinto un Oscar alla carriera.