NON SE LA SONO CERCATA

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Faccio troppa fatica a contenere il mio furore per quanto è successo a Crotone, se scrivessi a ruota libera il mio account sparirebbe per sempre e probabilmente mi beccherei anche una serie di denunce e querele. E mi arrabbio anche con tutti quelli che davanti alle immagini di quella spiaggia dell’orrore sentono il cuore stringersi per la pietà ma fingono di ignorare che tragedie simili, un po’ più grandi o un po’ più piccole, avvengono quasi ogni notte in mare aperto da più di vent’anni.
Tutti colpevoli.
I grandi del mondo che hanno massacrato per interessi geopolitici ed economici le terre da cui le vittime sono costrette a scappare, l’Europa che paga miliardi alla Turchia perchè non consenta di fuggire via terra, l’Italia che dai tempi della Bossi-Fini ha chiuso ermeticamente gli accessi legali.
Uno stupro collettivo.
Per questo le parole di Piantedosi non sono moralmente diverse nella ferocia che contengono dalle parole di chi, davanti a una vittima di stupro che barcolla e chiede aiuto con gli occhi pesti, i vestiti laceri e le cosce insanguinate, invece di prestarle soccorso riesce soltanto a dire alzando un dito ammonitore “Peggio per lei, se stava a casa non le succedeva… Se l’è cercata!”