CIAO GINO, “HO CAPITO DA SOLO”

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Chi ha un “perché” per vivere, può sopportare tutti i “come”.
(Friedrich Nietzsche)
Ma può veramente un uomo essere, nel suo intimo, più forte di tutto quello che gli viene imposto dal destino?
La risposta é SI.
Ho attraversato in questi cinquant’anni di vita, Paesi distrutti dalla guerra, dalle siccità, da ogni forma di avversità, dalla mancanza del necessario per continuare a vivere.
Eppure tutta quella gente viveva, anche solo con l’umile speranza che il domani sarebbe stato diverso.
Ho diviso una scodella di riso con gli afghani nei villaggi intorno a Kabul, e la loro generosità, il sorriso con il quale accompagnavano il cibo, davano una risposta al “come” ma non al “perché”.
Gino sosteneva che la vera ricchezza loro ce l’avevano dentro e che il fuori era solo quello che noi eravamo in grado di vedere coi nostri occhi miopi.
“Ma a quale ricchezza ti riferisci ?” gli chiedevo
“A quella di dare importanza a tutto quello che hai, di dare valore alla vita, al mondo che ti sta attorno, alla semplice utilità e non al superbo effimero che serve solo a dimostrare agli altri ciò che possiedi e non quello che sei”
“Ma quello che io ho, riflette in fondo quello che sono, che ho ottenuto con il mio lavoro, con la volontà di migliorarmi”
“Veramente credi di essere migliore perché hai ? Quale prezzo hai pagato per essere, a cosa hai rinunciato per avere ?”
“Scusa ma cosa ha questo pastore che lo rende migliore di me ?”
“Ha un perché che lo aiuta a superare i come. Se tu continuerai a viaggiare in questo mondo, così lontano da quello da dove provieni, scoprirai quali sono i perché ed accetterai i come”.
Poi Lui se ne andava lasciandomi lì, pieno di dubbi e senza nessuna certezza.
Avrei voluto continuare ancora a parlare, a chiedere, a capire, ma Gino mi liquidava con un “capirai da solo” che non ammetteva altre parole.
Sono passati molti anni da quelle notti afghane.
Mi son ritrovato in Siria, in Libia, in Algeria ed in Marocco, sempre guardando i come senza mai capire i perché.
Fino a Gaza.
Fino ai come vivevano i Palestinesi, prigionieri nella loro terra, schiavi di coloro che razionavano l’acqua, la luce, il cibo.
Sopportavano da sempre le ingiustizie PERCHE’ un giorno si sarebbero dissolte, PERCHE’ avrebbero potuto bere, mangiare, camminare LIBERI.
Il loro PERCHE’ era la Speranza di riacquistare la Dignità Perduta.
E per questo sopportavano ogni COME.
C’era in Palestina quella Solidarietà fra Uomini che ti aiutava a vivere.
Nessuno era mai lasciato solo, nessuno restava indietro.
C’era sempre una mano pronta a sollevarti se cadevi, ad aiutarti se ne avevi bisogno, a starti accanto.
E il “COME” lo dividevi con tutti gli altri, con la luce di un “PERCHE” in fondo al tunnel.
Molti di Voi che hanno conosciuto i Paesi arabi, forse hanno avvertito questa sensazione di non essere mai soli.
Loro la chiamano “fratellanza” ed ogni uomo é “kouia” cioé fratello.
Dividono con te il COME quotidiano, ti tendono la mano, ti stanno accanto.
Ed il peso della vita, il sacrificio di tutti i COME, viene alleggerito da questa comunione.
E’ difficile spiegarvelo, io stesso ci ho messo anni per capirlo.
Ma il senso della vita é proprio questo, dividere con gli altri quello che hai, appartenere ad un mondo simile, fatto di Persone come te, sempre disposte a dare e difficilmente a chiedere.
Persone che vanno oltre il COME, unite nella Speranza del PERCHE’.
Oggi, non sono più quell’uomo, seduto attorno al fuoco in un campo di Kabul, aveva ragione Gino, “capirai da solo”.
E quello che ho capito é che NESSUNO é ricco se é vuoto dentro, anche se possiede il mondo.
Ho capito che la vera ricchezza sta nel DARE e non nell’ AVERE.
Ho capito che ogni Uomo é mio fratello ed io sono kouia di tutti.
Ho capito che posso sopportare ogni COME se ho nel cuore il PERCHE’.
Ciao Gino, ho capito da solo.