IL MIGRANTE DOVE LO METTO…

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Sono circa 5000 i Migranti intercettati al largo delle coste libiche e ricondotti sulla terraferma, da parte della Guardia Costiera.

Lo afferma la stessa Guardia e lo conferma l’OIM, precisando che i Migranti sono sotto la “custodia” delle Autorità libiche.
E’ ovvio che per “custodia” si intende la detenzione nei Campi, di cui 11 riconosciuti ed altri 17 illegali e gestiti da milizie e tribù.
Mentre nei primi (11) le Organizzazioni Umanitarie possono accedere e verificare le condizioni di vita, nei restanti (17) l’accesso é negato, anzi ostacolato da guardie armate.
Tutti plaudono al lavoro degli sgherri di Tripoli e Tobruk e nessuno si chiede che fine faranno questi 5000 indesiderati.
NON saranno rimpatriati nei Paesi d’origine, Stati sub sahariani dai quali sono fuggiti per fame, per sete, per guerre e violenze.
NON saranno tenuti “a vita” nei Campi, in primis perché ogni giorno ne arrivano di nuovi e soprattutto perché é “merce in deposito” che costa e non frutta un dinaro.
La maggior parte di loro vengono venduti.
Gli Uomini in grado di lavorare, sistemati nell’agricoltura o nell’edilizia, otto/dieci ore al giorno, salario di TRE euro (al giorno) più vitto e alloggio nelle baracche.
Fucili puntati alla schiena per evitare fughe.
Molti, soprattutto i più giovani, destinati al commercio di organi, smembrati pezzo per pezzo fino a quando avranno una parte di corpo vendibile.
I giovanissimi, bambini e bambine, venduti per il piacere sessuale degli acquirenti.
Molti di loro finiscono in bordelli clandestini, violentati giornalmente da chiunque sia disposto a pagare una misera cifra per ottenere il piacere di abusare di loro.
Le Donne, quelle giovani, finiscono nell’altro giro della prostituzione, quello diretto dalle milizie e riservato alle bande locali.
Gli “inservibili” per questi scopi, vengono eliminati, nessuno sa come, ma sta di fatto che spariscono.
Per sempre.
Quindi, quando si applaude al lavoro dei carcerieri, bisognerebbe riflettere per un momento sul destino dei carcerati.
Se il prezzo da pagare per un “salvataggio” in mare é questo, meglio morire annegati.
Come gli oltre 800 spariti tra le onde nei primi 4 mesi dell’anno.
E solo nel mare libico.
L’OIM ha reso ufficiali le cifre dei “rimpatriati” in Libia nel 2022.
Sono 24.684.
I cadaveri ripescati, 1.524.
I dispersi (???) 1.300 circa.
Potrei augurarvi una buona giornata, ma sinceramente, con questi dati in mano, non credo che lo sarà.
Forse per qualcuno, certamente non per tutti.