EXTRAPROFITTI BANCHE: UNA SFILZA DI NO

DI SALVATORE GRANATA

 

Vediamo di passarla in prima serata sui social, perché nel servizio pubblico a stento manderanno le opinioni di Gasparri, le minkiate di Biden e vespa alle prese con i nei ribelli.
Giunge notizia che dopo Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bpm, Mps, Bper, Credem, Mediobanca e Mcc, neppure banca Mediolanum, controllata al 30% dalla famiglia Berlusconi tramite Fininvest e al 40% dalla famiglia Doris, pagherà allo Stato la tassa sugli extraprofitti (ben 8 milioni di euro).
L’erario insomma infila una sfilza di “no” e un gettito che si era ipotizzato all’inizio vicino ai 4 miliardi di euro, tende inesorabilmente allo zero.
L’ultima versione della tassa del resto l’ha letteralmente annichilita attribuendo alle banche la possibilità di scegliere di destinare le somme al proprio rafforzamento patrimoniale anziché allo Stato. Ieri persino MPS, controllata al 64% dal ministero dell’Economia, ha risposto “picche”.
I Berlusconi, “azionisti” politici anche di Forza Italia avevano espresso esplicitamente la loro contrarietà all’imposta. Marina Berlusconi l’ha definita “demagogica”.
Come se qualsiasi cosa eticamente corretta ed economicamente equilibrata contro i potenti si chiami “demagogia”.
E il salario minimo è demagogico. E il reddito di cittadinanza pure.
Ora io dico, è mai possibile che in questo benedetto Paese debbano pagare sempre i poveri disgraziati e mai ‘sti 4 quaquaraquà al potere?
Non lo so.
E non ci si riesce ad organizzarsi neanche per mandarli a casa perché in politica siamo pieni di prime donne egocentriche che non riescono a formare una corazzata solida di gente intransigente pronta a fare il c*lo a tutti.
Mi taccio. Che è meglio.