E ISRAELE SI RIPULISCE L’IMMAGINE PREPARANDOSI A SCARICARE NETANYAHU

DA REDAZIONE

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Dalla redazione di KULTURJAM –

Il giornale israeliano più vicino al Likud ha chiesto le dimissioni di Netanyahu “dopo averci condotto alla vittoria”. Cioè dopo aver condotto in porto il massacro in corso.

Israele: prima il massacro e dopo scaricare Netanyahu

La strategia di ripulitura della coscienza di una bella fetta di opinione pubblica israeliana è abbastanza chiara.

Netanyahu era contestato già in precedenza per la riforma della giustizia, è una figura controversa, si è fatto trovare con le brache calate il 7 ottobre, dunque può essere usato serenamente come capro espiatorio morale.

Si commette un genocidio e poi ce se ne distanzia nobilmente mandando in pensione anticipata in Florida Netanyahu: “Noi non siamo quelli, siamo tutt’altro.”

Ecco, credo debba essere chiaro a tutti che questa exit strategy dalle responsabilità del più vigliacco massacro di civili a sangue freddo dal 1945 non sarà accettabile.

Le liberaldemocrazie usano spesso questa strategia di ripulitura della coscienza. Bush stermina 600.000 iracheni fabbricando prove false. Nei nostri nobili giardini democratici questo si paga duramente inviando il reo in una pensione dorata a fine mandato. Mentre tutto il resto del paese ne esce pulito e continua come se non fosse successo nulla.

Così in Israele si preparano a tornare agli aperitivi a Tel Aviv una volta portata a termine la pulizia etnica, spiegando al mondo che Netanyahu aveva davvero un brutto carattere.

E dimenticando di aver guardato dall’altra parte, o supportato attivamente, decenni di incarcerazioni arbitrarie a tempo indeterminato, abbattimenti di case come punizione collettiva, assassini di ragazzini che lanciavano pietre, pestaggi pubblici di cortei funerari, raid squadristi in moschea, embargo permanente rivolto a mantenere i territori occupati appena al di sopra del collasso, ecc.

Magari funzionerà a casa nostra, perché ci coinvolgeranno mediaticamente nella prossima imperdibile emergenza, ma il resto del mondo non dimenticherà.

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Articolo di Andrea Zhok, dalla redazione di

9 Novembre 2023