PULIZIA ETNICA IN NAGORNO KARABAKH E TENSIONE IN KOSOVO: ECCO PERCHE’ LA NATO NON DEVE VINCERE

DI GIORGIO CREMASCHI

GIORGIO crEMASCHI

 

NATO e UE tacciono sulla pulizia etnica in Nagorno Karabakh  perché l’Azerbaijan rifornisce di quel gas che prima arrivava dalla Russia e che ora arriva in Puglia attraverso il TAP. E in Kosovo e Donbass il rischio è identico.

La pulizia etnica Nagorno Karabakh insegna: la NATO non deve vincere

Pulizia etnica in Nagorno Karabakh e tensione in Kosovo

Una marea di disperati, in un esodo biblico, sta abbandonando in questi giorni il Nagorno Karabakh, territorio abitato da armeni all’interno dell’Azerbaijan.

Dopo trent’anni di indipendenza di fatto, anche se internazionalmente non riconosciuta, il Nagorno Karabakh è stato abbandonato dallo stesso governo dell’Armenia, che si è schierato con la NATO rompendo l’alleanza con la Russia. La quale a sua volta ha subíto tutto senza poter intervenire. Il risultato è stato che l’Azerbaijan con il sostegno di Erdogan ha invaso il territorio degli armeni e imposto la resa senza condizioni.

La NATO e la UE nulla hanno detto e fatto, anche perché l’Azerbaigian rifornisce l’Unione Europea di quel gas che prima arrivava dalla Russia e che ora arriva in Puglia attraverso il TAP. Chiaro perché lo hanno fatto devastando il territorio?

In pochi giorni oltre 80.000 armeni sono fuggiti dalle loro case. Tra breve quasi tutti i 140000 abitanti del Nagorno saranno spazzati via dalla pulizia etnica.
Lo stesso del resto avvenne negli anni novanta del secolo scorso nella ex Jugoslavia.

Un nome scomparso dalle carte geografiche è quello della Kraina. Era una terra di confine tra Serbia e Croazia dentro quest’ultima, ma abitata da serbi, che per un breve periodo dopo la dissoluzione della Jugoslavia avevano proclamato una repubblica autonoma.

Come si sa la NATO ha operato per distruggere quel paese e poi ha sostenuto sempre tutte le guerre civili contro i serbi. Grazie a questo sostegno la Croazia invase la Kraina, e 250.000 serbi furono espulsi, lo stesso nome del territorio, oltre che 20000 case, fu cancellato.

Il Kosovo è tornato a preoccupare le cancellerie della NATO. Che nel 1999 aggredì la Serbia e bombardò Belgrado, violando ogni diritto internazionale e commettendo crimini di guerra per i quali tutti i capi di governo responsabili dovrebbero essere processati. Se la Corte de L’Aia fosse un vero tribunale internazionale e non l’ufficio legale della NATO.

Allora i governi occidentali giustificarono la scelta di violare i confini di una stato sovrano e di aggredirlo con la minaccia di pulizia etnica dei serbi verso gli albanesi del Kosovo. Oggi però il governo Kosovaro minaccia di pulizia etnica la minoranza serba sul suo territorio e UE e NATO tacciono, o minacciano la Russia.

Nel Donbass, come in Crimea, la maggioranza della popolazione non è filorussa, come la definisce propaganda NATO, ma russa. Di etnia storia lingua e cultura, come da noi gli abitanti dell’Alto Adige, Sud Tirolo per loro, in maggioranza non sono filo tedeschi, ma proprio tedeschi.

Dopo il golpe del 2014, sostenuto dagli USA e che rovesciò il presidente legittimo regolarmente eletto, che garantiva una Ucraina plurietnica plurilingue e pluriculturale, il nazionalismo razzista antirusso ha preso il potere.

I nazisti del battaglione Azov e la glorificazione di Bandera e dei collaborazionisti di Hitler durante la seconda guerra mondiale sono stati punti fondanti del nuovo regime ucraino. Lo abbiamo visto anche nell’ovazione di Zelensky e Trudeau ad un criminale delle SS.

Il negazionismo della propaganda NATO sul razzismo etnico del regime ucraino si fonda sul fatto che Zelensky è ebreo e che non vi sono persecuzioni antiebraiche in Ucraina. Vero ma, anche se associazioni ebraiche denunciano spesso le feste per i nazisti del passato, quelli di oggi hanno convertito l’odio antisemita in odio antirusso. E questo fonda il regime.

Sono andato personalmente in Donbass durante la guerra di cui in Occidente non si poteva parlare. Ho visto i luoghi dove i civili venivano bombardati dalle truppe ucraine e ho parlato con loro. Una sola cosa dicevano tutti : se dovessero tornare le truppe di Kiev ucciderebbero chiunque non fosse fuggito.

Tutti i governi della NATO finora hanno pienamente sostenuto la vittoria proclamata da Kiev: la riconquista del Donbass, della Crimea e di tutti i territori russofoni. Al di là della difficile realizzabilità di questo progetto, e dei suoi immani costi umani economici e sociali, se si dovesse realizzare esso darebbe luogo alla pulizia etica di centinaia di migliaia di persone, ben più vasta e feroce di quella in atto nel Nogorno Karabah.

E al di là delle dichiarazioni ipocrite i governi della NATO non farebbero nulla per impedirlo. La pulizia etnica è una una infamia che certo non viene praticata solo dai regimi sostenuti dalla NATO, che però l’ha permessa e coperta per tutti i regimi che sostiene

D’altra parte il primo stato alleato di USA e NATO, Israele, non è forse fondato sull’apartheid e i suoi coloni non praticano forse la pulizia etnica nei territori palestinesi?

E la Turchia che opprime i curdi è sempre un pilastro dell’alleanza atlantica
Sì la NATO e l’Occidente sono complici di feroci persecuzioni e cacciate di popoli dalle loro terre, e anche per questo non devono vincere in Ucraina.

Gli abitanti del Donbass e della Crimea non devono essere costretti alla fuga disperata come oggi gli abitanti del Nagorno Karabakh.
Un compromesso di pace, ove nessuno vinca davvero, è la sola via.

 

Di Giorgio Cremaschi da

1 Ottobre 2023