LA SALUTE DI PUTIN E LA RESURREZIONE DI SOKOLOV E KADYROV, UN’ILLUSORIA VIA DI FUGA

DA REDAZIONE

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Di Paolo Desogus da KULTURJAM

 

Un video diffuso da Mosca ha mostrato l’ammiraglio Sokolov a una riunione di militari, e dopo ha rilasciato anche alcune dichiarazioni. Dove sarebbe la cosa strana? Che il capo della flotta russa nel Mar Nero era stato dato per morto nel bombardamento a Sebastopoli, da Zelensky e dunque anche dai media italiani al seguito. Prima di Sokolov, a marzo, era stato il turno di Kadyrov, dato in fin di vita per insufficienza renale dal governo di Kiev e dunque anche dai media italiani al seguito. Ma anche il leader ceceno è risorto una decina di giorni fa, comparendo in un video mentre faceva jogging. Ma il dead man walking per eccellenza resta Vladimir Putin.

I media e la salute di Putin

“Putin malato di cancro, è stato operato ad aprile“, dice un report dell’intelligence Usa rivelato da Newsweek. Il settimanale americano nel giugno del 2022 citò tre fonti di intelligence e parlò anche di un tentativo di omicidio a cui il leader russo sarebbe scampato nel marzo scorso. Tutte notizie che si ripetono periodicamente, e che senza alcuna verifica vengono rilanciate dai grandi media italiani.

Questa ossessiva insistenza sulla salute di Vladimir Putin e sui complotti orditi a suo danno, alimentata da presunti report dell’intelligence americana o di quella britannica, prontamente ripresi dalla stampa nostrana, fa trasparire una concezione infantile e allo stesso tempo grottesca della politica e della geopolitica.

Qualcuno negli Usa e in Italia crede davvero che tutti i mali del mondo derivino da un uomo, dalla sua cattiveria? Anni e anni di diseducazione alla comprensione dei fatti storici, di personalizzazione delle campagne elettorali, di americanismo avariato hanno impresso nel senso comune che ignora la complessa dinamica dei processi materiali nel quadro dei rapporti di forza.

Si tratta di una concezione facile, cognitivamente leggera da sopportare, utile per il controllo dell’opinione pubblica. Il personalismo consente infatti di polarizzare le posizioni e di tenere la gente occupata in conflitti tra buoni e cattivi.

D’altronde, come ha fatto notare Riccardo De Benedetti, Putin è perfetto per attirarsi l’odio di destre e sinistre.

Dalle destre nazionaliste perché il loro problema è sempre stato l’impossibilità, in base alla stessa natura del loro nazionalismo, di farne coesistere di diversi. La lotta è sempre una lotta per il prevalere di un nazionalismo sull’altro. Di qui il sottofondo bellicista che spesso riemerge.

Dalle sinistre storiche orfane del comunismo – per altro mai criticato nella sua dimensione totalitaria, perché ritenuto solo un esperimento mal riuscito ma intenzionalmente buono – perché in fondo Putin rappresenta l’emblema del fallimento del loro programma.

Tutto questo offre  forti ragioni consolatori in quanto è facile e comodo sentirsi dalla parte giusta se si sta semplicemente pro o contro un avversario mitizzato.

La premessa del “Putin delendo est” polarizza il dibattito ma crea un fattore comune: a nessuna delle parti interessa minimamente la sorte della popolazione ucraina.

 

 

28 Settembre 2023