LE ULTIME ORE PALESTINESI

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Un ometto magro, ingobbito dagli anni e dall’artrosi, si levò in piedi e, tra la commozione generale, annunciò la nascita di Israele.

Era il 1948 e lui si chiamava David Grun.
Nome dal suono poco ebreo, era meglio chiamarlo David Ben Gurion.
Le Nazioni Unite, con l’appoggio determinante di Russia e Usa, avevano appena finito di disegnare sulla carta un nuovo Stato, Israele, che avrebbe dovuto confinare con un vecchio Stato, la Palestina, mai riconosciuto.
Già allora, Israele fece “orecchie da mercante”, sapeva che il loro 9% di abitanti avrebbe dominato il restante 91%.
A dar man forte al nascituro, arrivarono da tutto il mondo, si insediarono, occuparono, fecero sloggiare i vicini.
Come l’olio per terra, la macchia s’allargò e continuò imperterrita la sua espansione, ignorando le timide proteste, più che altro formali, dei Paesi belli.
Questa é Storia e negarla non solo é scorretto, ma soprattutto stupido.
La convivenza tra Palestinesi e israeliani fu difficile fin dal primo minuto, come può esserlo tra un oppresso ed un oppressore.
Ci provò Rabin, nel 95, a mediare, a cercare una “via della pace” che evitasse la “pazzia della guerra”.
Tre colpi di pistola, di un fanatico ebreo ortodosso, annullò il suo pensiero.
E non andò bene nemmeno qualche anno dopo, siamo al 2002, quando finalmente il Re saudita scrisse un piano condiviso da tutta la Lega Araba che sanciva la famosa nascita dei Due Stati, scritta nel 47 dall’ONU.
Israele la bocciò definendola non conforme ai propri interessi.
Interessi che vale la pena di rimarcare, erano occupare il suolo Palestinese e chiudere gli arabi in porzioni sempre più ridotte.
Nel 2006, si tennero le elezioni in Palestina.
Hamas, nascituro Movimento indipendentista, le stravinse a Gaza.
L’ONU che sorvegliava tali elezioni, le giudicò democratiche e regolari. Ma Israele, spinse gli Usa e l’ UE a dichiararle, senza nessun motivo, illegittime.
Le guerre si fecero sempre più intense e a ciascuna veniva attribuita un nome altisonante, come Arcobaleno o Prime Piogge.
Arrivò anche Attacco Illuminante a cui seguì Piogge d’Estate e Inverno Caldo.
Quest’ultima non é da meno, si chiama Spade di Ferro.
La politica militare israeliana, chiara fin dal primo minuto, é quella di “sostituire” la Palestina con Israele, sia usando la colonizzazione dei territori (Cisgiordania e Gerusalemme est), sia attraverso il massacro degli arabi residenti.
Ora tocca a Gaza e a quel pezzetto di Striscia che rappresenta l’ultimo baluardo contro la criminale pulizia etnica sionista.
Gaza morirà, ma come ho scritto prima, NON morirà il “sogno palestinese” e di questo, Israele, dovrà tenerne sempre conto, ogni ora, ogni giorno.
La “via della pace” é oggi ridotta ad un sentiero montuoso, non ci sono i presupposti per dar voce alle iniziative diplomatiche che sono orchestrate dai complici di Israele e che servono soltanto a gettar fumo negli occhi ad una opinione pubblica che, bombardata anch’essa dai media, non sa più riconoscere nemmeno il “terrorismo”.