GOVERNO MELONI: DISTRUGGE LA SANITA’ PUBBLICA.

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Ho scritto post sarcastici sulla Meloni ma non basta occorre decisamente di più.

Attualmente una pataccara di dimensioni epocali umilia la democrazia con l’arroganza che non può scrollarsi di dosso. Il tutto condito di insopportabile vittimismo che ha finanche frantumato l’apparato genitale.
Nella manovra, un calcio sui cosiddetti dei cittadini e una corona di spine sulle donne, ci sono tutti gli ingredienti per dare il benservito al governo, letteralmente una pestilenza. Per fortuna Giuseppe Conte era il criminale, oggi al governo abbiamo un’intera cupola.
La prima tra le vittime di tanto atteggiarsi è l’ipotesi di vita dignitosa che una sempre più larga fascia di cittadini può scordare.
Tra i risultati epocali di questo governo di improvvisati possiamo annoverare l’economia inchiodata come si evince dai dati sulla crescita: siamo congelati e senza idee strutturali, il governo Meloni campa sul deficit.
Politica alla giornata e sulle spalle dei soliti contribuenti.
Particolarmente vilipeso oltre la costellazione di aumenti e tasse a coronare la perdita di potere d’acquisto irrecuperabile che ha reso i già poveri ancor più poveri, il capitolo della sanità pubblica su cui la Meloni fa cassa meritando il più ampio disprezzo politico.
La nostra premier, in linea con le politiche incostituzionali da cui attinge a piene mani, ha previsto un taglio alle risorse destinate al sistema sanitario nazionale. In compenso però dirotta miliardi verso quello privato e non di meno verso la guerra in Ucraina i cui costi ci sono appositamente nascosti. Con la postura sfacciata dell’ex colonnella putiniana oggi iperatlantica Meloni demolisce il sistema sanitario pubblico a vantaggio dell’industria bellica, definita “comparto trainante” dell’economia. Forse s’è spezzato il gancio di traino dato che la crescita del paese è azzerata.
Migliaia di medici che lavorano con turni massacranti nelle corsie ospedaliere a cui accedono già con tante difficoltà i cittadini, subiranno un taglio pensionistico epocale mentre in altri lidi fortunati vengono ripristinati vitalizi e privilegi alla verminosa classe politica a cui io, deprecabile populista e schifoso comunista, destinerei volentieri le lame della ghigliottina, naturalmente verbale, non sia mai che qualcuno fraintenda. “Perfino la Fornero è sobbalzata sulla sedia dopo aver letto le misure di Meloni e soci” ha commentato Giuseppe Conte.
Secondo i sindacati di categoria per evitare il taglio circa 6mila medici potrebbero abbandonare il sistema sanitario nazionale a cui forse dovremo rinunciare.
In linea con quanto accade in Europa il governo avrebbe dovuto investire sul sistema sanitario nazionale almeno fino al 7% del Pil e invece “sto cacchio”. Ben 2 miliardi vengono dirottati ai privati.
Tutto ciò per ingraziarsi le simpatie di gruppi economici amici che gestiscono cliniche private. Tutto alla faccia dei diritti costituzionali minimi che la Meloni sta gradualmente sottraendo ai cittadini.
“Alla salute dei cittadini non ci pensano? La sanità da diritto si trasforma in bene di lusso” ha chiosato il presidente pentastellato.
Purtroppo la strategia della premier è chiara, ben sapendo che alle prossime elezioni verrà ridotta all’ombra di un pelo pubico, finché dura fa più danni di un tornado.