AMERICA IN CONFUSIONE DIETRO BIDEN, CON TRUMP CHE “PESCA” ELETTORI AFRO-AMERICANI E ISPANICI

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Dalla redazione di Remocontro

 

Un rincitrullito o un bandito, ovviamente ipotetici?

‘Blacks for Trump’, sbandierano i neri che sostengono Trump. E siccome le cattive notizie non arrivano mai da sole, nel mazzo dei più sorprendenti sostenitori del noto suprematista bianco, anche gli ispanici tra i possibili/probabili nuovi elettori che stanno gonfiando, a dismisura i sondaggi del plurinquisito ex inquilino della Casa Bianca.

Allarme Washington Post

L’allarme, ma sarebbe meglio parlare di un ‘lacerante grido di dolore’ da parte dal progressista Washington Post che, tanto per far capire l’emergenza, gli affianca un report altrettanto significativo: «Nel Partito Democratico si diffonde l’ansia per Biden». Con un sommario che spiega dettagliatamente i motivi della fibrillazione. «Le preoccupazioni esistenti sull’età dell’attuale Presidente, emergono in una serie di sondaggi, i quali dimostrano che è testa a testa con Trump». Insomma, non siamo ancora al ‘si salvi chi può’, ma ci stiamo vicini. La ‘fronda’ liberal, in casa Democratica, contro il vecchio (e per qualcuno sonnolento) leader della prima potenza mondiale, cresce. Anzi, lievita. L’altro giorno, un autorevole commentatore come David Ignatius, sempre sul Post, gli ha quasi imposto di togliersi dai piedi. Per non far vincere ‘quell’altro’.

“Bacini di consenso”

Ieri, però, il quotidiano della sinistra illuminata americana ha fatto un ulteriore salto di qualità: ha collegato sondaggi, ipotetici flussi elettorali e tradizionali ‘bacini di consenso’, per concludere, sconsolatamente, che Trump sta pescando voti dove non dovrebbe. «In cinque sondaggi di alta qualità condotti nell’ultimo mese tra gli elettori non bianchi – scrive il WP – Trump ha una media del 20% degli elettori neri e del 42% di quelli ispanici». E i motivi delle crescenti perplessità al Post e delle preoccupazioni alla Casa Bianca, quasi di panico, sono facilmente comprensibili. Facendo un’analisi comparativa con le elezioni presidenziali del 2020, in quella tornata Trump guadagnò solo l’8% del consenso dei neri e il 36% degli ispanici. Gli ultimi dati, invece, convalidati dal prestigioso ‘Pew Research Center’, segnano un deciso balzo avanti. Parliamo di masse di voti di grandezza medio-piccola, che però potrebbero risultare decisive nei ‘battle-ground’, gli Stati dove si vincono tutti i delegati per qualche decimale di differenza.

Biden seriamente a rischio

Se il quadro è questo, Biden rischia seriamente di perdere. Salvo qualche colpo di teatro. Certo, sostengono sbalorditi al Washington Post, nessun candidato Repubblicano, negli ultimi cinquant’anni, ha mai avuto fette di consenso così larghe tra i ‘colored’ e gli ispanici. Ma i numeri non mentono e, in questa fase, l’Amministrazione uscente dovrà stare bene attenta a non sbagliare nemmeno una mossa. Comunque vengano letti i polls (ci sono ovviamente criteri interpretativi più o meno probabilistici) la verità è, sostiene sempre il WP, che ‘sondaggi paralleli’ mostrano una motivazione al voto diversa tra bianchi, afro-americani e ispanici. È probabile che, nel 2024, per tutto un cumulo di motivi, l’astensione dal voto aumenterà tra i ‘non bianchi’. Penalizzando i Democratici. Ma se, nel caso del voto per fasce etniche e culturali, gli strategist della Casa Bianca stanno andando a caccia di risposte, per quanto riguarda invece l’età del candidato-Biden, l’opera di convincimento è più complicata.

Preoccupazione a macchia d’olio

Il Partito Democratico sta cercando di lavare i panni sporchi in famiglia. Difficile, perché ormai anche i media di sinistra, terrorizzati dall’ombra di Trump, vanno all’attacco di Biden. Sperando magari di trovare un ‘front runner’, uno sfidante che metta tutti d’accordo. «Tali sussurri di Washington sono diventati fin troppo congrui tra i democratici, che arrivano a bagnare il letto», dichiara sprezzante Joe Messina, che ha diretto la campagna elettorale di Barack Obama nel 2012. «Non sto dicendo che sta bene e che sarà facile – ha aggiunto con onestà Messina – perché l’America è divisa a metà. Entrambi i partiti otterranno il 46% e noi stiamo litigando per il resto». Tuttavia, la sicurezza dimostrata dall’ex braccio destro di Obama non sembra merce comune, di questi tempi, in casa democratica. «Le interviste con più di 30 legislatori, strateghi, attivisti e altri esponenti del partito mostrano che l’incertezza persiste – aggiunge il Washington Post – e molti elettori pensano ancora che la sfida più importante per lui sia quella dell’età».

Biden vecchio, ma Trump insegue

In effetti, un sondaggio di agosto dell’Associated Press ha rivelato che il 77% degli americani pensa che Biden sia troppo vecchio per fare ancora il Presidente degli Stati Uniti. Mentre il 15% ha parlato addirittura di ‘problemi cognitivi’. Un poll della CNN è stato ancora più raggelante. Più del 60% pensa che sia troppo vecchio e addirittura la maggioranza degli elettori Democratici non lo vuole come candidato. Ma il fatto più bruciante per il Washington Post è un altro: «La cosa preoccupante è che Biden corre testa a testa nei sondaggi con Trump, che è tre anni più giovane, ma che deve affrontare quattro accuse penali».

“L’unica nota di cauto ottimismo è che anche Barack Obama, nel 2011, aveva sondaggi così sfavorevoli. Ma alla fine riuscì a vincere. Certo, però, che tra Superbarack e ‘Sleepy Joe’ c’è una bella differenza”.

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

22 Settembre 2023