CALMA PIATTA

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Quindi, gatton gattoni, dopo quarantatré anni di insabbiamenti, bugie e prese di culo interstellari, amato rivela la verità di Pulcinella: l’aereo di Ustica fu abbattuto da un missile francese per uccidere gheddafi, naturalmente in accordo con gli americani visto che non si muove foglia che la Nato non voglia.

Tutti sapevano, certo, ma che uno come lui, che ne sa e ne ha sempre saputo di più, lo confermi così candidamente, qualcosa significa.
Bene. Quindi adesso cosa succede?
Niente, non succede niente.
Le scuse dall’Eliseo potete scordarvele, e anche che qualcuno le chieda è pura fantasia. Ve lo immaginate Tajani che pretende chiarimenti?
L’Italia è serva di chiunque e va a traino: non schierarsi mai è una condizione che soddisfa pienamente entrambe queste sue caratteristiche genetiche.
Ci gode, a contare quanto il due di fiori quando briscola è quadri.
E non solo in campo internazionale, ma anche in casa propria: la miglior cosa da fare è sempre niente.
E infatti non succederà niente nemmeno per evitare altre violenze sessuali o altri femminicidi, dopo il teatrino della Meloni e la sua processione con governo annesso e forze dell’ordine in quantità tale che ne basterebbe un esimo e Caivano sarebbe un Eden di beatitudine.
Dopo le profusioni di retorica e di buone intenzioni a salve rimane la solita realtà di sempre, e sperare che si risolva da sola non mi sembra che stia dando grandi risultati.
E’ un argomento del quale non ho scritto, ma farlo mi mette a disagio, perdo la lucidità. Se dicessi cosa farei io a chi commette violenza sessuale, quello di Ermal Meta vi sembrerebbe il programma ricreativo di una sagra paesana.
Sì perché in certa ferocia non ci sono attenuanti, nessuna motivazione accettabile.
E’ violenza fine a sé stessa, per il solo gusto di esibirla.
E’ l’ormone impazzito che diventa totem da adorare, che sovrasta e annichilisce la ragione, è il cazzo che si sostituisce al cervello trovando davanti a sé un vuoto mentale allucinante dove di valori e rispetto non c’è nemmeno traccia.
A definirci bestie offendiamo gli altri animali, ci nobilitiamo senza alcun merito. Nel chiamarli “lupi”, poi, come ha fatto quel bel giovine di Giambruno, che se stanno insieme ci sarà un perché, più che una condanna c’è come una rassegnazione all’inevitabile, perfino un po’ compiaciuta, come se a quel poderoso richiamo virile un vero maschio non possa sottrarsi. Sarebbe disdicevole.
Siamo ancora lì, dopo secoli di inutili chiacchiere, alla solita conclusione autoassolvente: è la donna che deve stare attenta a come si veste, a quanto beve, a certi atteggiamenti fraintendibili, perché poi la ‘bestia’ si sveglia e fa quello che un vero maschio deve fare.
C’è una recente sentenza del tribunale di Firenze dove due uomini sono stati assolti dall’accusa di stupro di gruppo nei confronti di una donna. Nella sentenza si legge che non potevano avere la percezione né erano in grado di valutare il no della donna, anche a causa della loro “concezione assai distorta del sesso”.
Capito?
Un tipo di attenuante, quella di non avere la percezione del reato, che ha senso se rubi la spesa al supermercato perché hai fame, non se devasti il corpo e la mente di un essere umano, ma evidentemente il signor giudice, complici gli spifferi di una legge che però nessuno si decide a rifare, ne ha esteso il concetto. In fondo si tratta solo di una donna.
Concezione distorta, quindi non potevano capire il suo no, quindi sono stati assolti.
Poverini, chissà se lei gli avrà chiesto pure scusa.
A loro, al giudice e agli avvocati tutti, naturalmente.
E poi ci sono i social, il cancro devastante di questo millennio di merda, una vetrina fetida dove mostrare certe bravate, magari fatte proprio per poi esibirle.
E allora c’è una soluzione, per l’accesso ai social e ai siti porno, fonti inesauribili di ispirazione, perché non è nemmeno normale che chiunque, CHIUNQUE, spippolando anche a caso su un cellulare o su un pc se ne ritrovi davanti uno con tutte le sue meraviglie: accesso tramite Spid e chiusi i lavori.
Che ognuno si prenda la responsabilità di quello che fa e dice e che i genitori, che nel caso di minorenni dovrebbero autorizzarlo, abbiano la chiara visione di quello che succede senza scuse dove arrampicarsi.
E voglio vedere se qualcuno avrebbe talmente pelo sullo stomaco da chiamarla censura.
Ma non succederà niente.
E non succederà niente per rendere sicuro il lavoro, affinché la gente non debba più morire per provare a vivere.
E come potrebbe succedere, cosa vuoi che gli freghi della vita delle persone, se il lavoro non sono nemmeno disposti a pagarlo decentemente, e se hanno tolto anche quei due spiccioli a chi non aveva altro.
Una di loro, una donna di 55 anni, nel salernitano, rimasta senza niente, ha tentato di uccidersi con il suo cagnolino stendendosi sui binari in attesa che ci pensasse il treno. Per fortuna il macchinista l’ha vista e l’ha salvata.
Ma siamo sicuri che sia stata una fortuna? Che vita la aspetta?
E come si sarebbe chiamato, questo: suicidio oppure omicidio di stato?
Aggrapparsi alla propria dignità, essere poveri o essere onesti, sono ormai colpe imperdonabili.
E c’è un fossato, sempre più profondo, con quelli che stanno dall’altra parte, scavato nel tempo da chiunque abbia governato, ma adesso fanno il lavoro con le ruspe.
Non succederà niente, anzi no: andrà sempre peggio.