BASTA CON “ZUCCHEROSE” IPOCRISIE, LA QUESTIONE SBARCHI E’ UNA REALTA’

DI BARBARA LEZZI

BARBARA LEZZI

 

Il Presidente del Consiglio sfugge dalla questione migranti.

È stretta all’angolo tra le sue sfuriate del passato con gli immaginifici blocchi navali e l’appoggio ai suoi alleati europei che rifiutano di condividere con l’Italia l’accoglienza di queste persone.
Ma è stretta anche da Salvini con il rilancio dei suoi decreti sicurezza che hanno risvegliato una parte dell’opposizione con Schlein che esprime tutta la sua indignazione e straparla di destra e sinistra mentre ignora il grido anche dei suoi stessi sindaci alle prese con un’emergenza ingestibile che lede i diritti sia degli ospiti che degli ospitanti.
In Italia non si riesce ad affrontare la questione migranti con lucidità, c’è un’incapacità mortificante a liberarsi dei balzelli ideologici probabilmente perché sono gli unici in grado di differenziare gli uni dagli altri.
Non temo di dire che non mi ritrovo né nella spietata narrazione salviniana né nel benaltrismo della sinistra sempre pronta a farti la lezioncina sull’etica e la morale ma che non rinuncerebbe nemmeno ad una piega dal parrucchiere per dare un po’ di sollievo a coloro che dovrebbero essere aiutati e che sarebbe pronta ad alzare muri e fili spinati per impedire che i migranti fossero accolti nei pressi delle loro villette a schiera e dei loro condomini in cooperativa tra gente bene, tra gente dello stesso livello sociale, economico e culturale.
Non me la menate perché è così, basta con questa zuccherosa ipocrisia!
Per gestire l’emergenza, quella immediata, dell’oggi dovremmo avere un presidente del Consiglio che, anziché delirare su sconosciuti “piani Mattei” e “battaglie nel globo terracqueo”, dovrebbe mettere da parte le sue ambizioni europee, scaricare quei suoi alleati che sono dannosi all’interesse nazionale dell’Italia e tirar fuori un po’ di determinazione nel pretendere la tempestiva riallocazione degli arrivi. Poi si potrebbe parlare di piani per l’Africa, poi si potranno sottoscrivere patti bilaterali con i paesi d’arrivo ma fatti seriamente perché, ad esempio, gli arrivi post accordo con la Tunisia sono aumentati invece di diminuire.