WASHINGTON POST: CONTROFFENSIVA FALLITA. E BIDEN LIBERA GLI F-16 NATO

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

 

Guerra a perdere dice l’intelligence Usa e Biden nei pasticci politici libera gli F-16 Nato operativi chi sa quando. «È ovvio che gli F16 non verranno utilizzati durante questi autunno o inverno», dichiara Kiev delusa e in gravi difficoltà. Perché l’intelligence Usa e Nato dicono che la controffensiva ucraina sta fallendo, lasciandosi alle spalle un’ecatombe di morti. Gli ultimi sviluppi della crisi bellica europea, in effetti, fanno pensare proprio a una disperata mossa ‘di compensazione’ della Casa Bianca.

Gli F16 del futuro a coprire il resto

La prima notizia, ieri, lanciata dalla Reuters e subito ripresa da tutta la stampa internazionale, annunciava il ‘via libera’ di Washington alla cessione di un imprecisato numero di caccia F-16 all’Aeronautica di Zelensky. Gli aerei, anche per non mettere in linea diretta di collisione Usa e Russia, arriveranno dalla Danimarca e dall’Olanda, con una ‘triangolazione’ a far finta che. Una mossa che, se e quando sarà concreta, esporrà tutto il blocco Nato alle possibili reazioni di Mosca. Questa scelta, anche se in questo momento a ‘impatto zero’ (tempi lunghissimi di operatività reale di quei futuri F-16 di terza mano), è stata seguita dalla diffusione di un report, sulla guerra in Ucraina, targato Washington Post.

Washington Post, controffensiva fallita

L’autorevolissimo quotidiano sempre vicino alle posizioni dell’Amministrazione Biden, questa volta si smarca e racconta la sua verità. O, per essere più precisi, quella divulgata ‘a condizione di anonimato’ da diverse agenzie federali di Intelligence. Il giudizio sulla situazione esistente sul campo di battaglia è tranchant e non ammette repliche: «La controffensiva ucraina non riuscirà a raggiungere la città chiave di Melitopol, nel sud-est del Paese». Per cui, aggiungono gli esperti di strategia militare, sarà impossibile che le forze di Kiev riescano a tagliare il ‘corridoio del Donbass’, che unisce la Russia direttamente alla penisola di Crimea. ll commento, che fa il Washington Post dello stallo sul fronte, è abbastanza inquietante per l’Occidente: «La cupa valutazione si basa sulla brutale competenza della Russia nel difendere il territorio occupato attraverso una falange di campi minati e trincee, ed è probabile che faccia puntare un indice accusatorio verso Kiev e verso le capitali occidentali, sul perché una controffensiva che ha visto decine di miliardi di dollari di armi e di attrezzature militari occidentali non sia riuscita a raggiungere i suoi obiettivi».

Controffensiva politica in campo Usa

“Il riferimento non è certo casuale, perché proprio in questi giorni, nel Congresso degli Stati Uniti, i Repubblicani hanno alzato un vero e proprio fuoco di sbarramento contro il Presidente Biden, che ha chiesto la bellezza di altri 20 miliardi di dollari per l’Ucraina. Un argomento che, adesso, pure i Democratici devono maneggiare con cura, perché sta diventando una patata bollente elettorale”.

Segreti svelati e guerra di trincea

Secondo le informazioni riservate raccolte dal Washington Post, le forze d’assolto ucraine più avanzate si trovano ancora a quasi 80 chilometri da Melitopol. La città è un nodo di primaria importanza, per lo spostamento di rifornimenti e truppe verso la Crimea. Ma cosa è successo di diverso, in questa controffensiva, rispetto a quella condotta l’anno scorso (con esiti favorevoli) nella regione di Kharkiv? Presto detto: negli attacchi del 2022, l’Ucraina riuscì a fare una guerra di movimento. Oggi no. I russi sono pervicacemente trincerati, in stile Prima guerra mondiale, e le loro postazioni difensive sono circondate da campi saturi di mine anticarro e antiuomo. Insomma, andare all’assalto di bunker così fortificati è un mezzo suicidio, per usare un eufemismo.

Leggenda tecnologica Leopard-Abrams

Secondo il Washington Post, quando gli strateghi occidentali (americani e inglesi) hanno preparato la controffensiva, si sono affidati, con troppa facilità, alla potenza dei carri Leopard 2, dei blindati Bradley e dei veicoli per lo sminamento. Senza pensare che, comunque, le trincee vanno conquistate dalla fanteria, avanzando allo scoperto. E questo significa subire perdite ingenti. Nella prima settimana di controffensiva, i soldati di Kiev sono andati al massacro e i caduti (mancano ancora i numeri ufficiali) sono stati talmente tanti che lo stesso Stato maggiore ucraino ha dovuto dire basta. Da allora si è cambiata la tattica: non più assalti (suicidi) di massa, ma raid mirati di piccole formazioni. Che, è ovvio, localmente possono avere successo, ma in senso generale non riescono a cambiare l’equilibrio della guerra.

Tre linee difensive russe

«La Russia ha tre linee difensive principali nell’area di Melitopol», afferma Rob Lee, del Foreign Policy Research Institute. E poi ci sono anche città fortificate, come Tokmak, che dovrebbero essere espugnate assieme alle linee di trincea. Molto difficile. Ma intanto, come dicevamo, nel Congresso Usa si è scatenato un mezzo putiferio. Le insoddisfazioni sono bipartisan, nel senso che anche i partiti tradizionali si sono frammentati al loro interno. Molti Repubblicani non ne vogliono proprio sapere di allargare ancora i cordoni della borsa per l’Ucraina, approvando gli oltre 20 miliardi di dollari che Biden chiede. Alcuni Democratici manifestano segni di stanchezza e molti altri dicono, invece, che «doveva essere fatto di più», riferendosi  ai sistemi missilistici ATACMS e, ovviamente, ai caccia F-16. Nel secondo caso, come abbiamo già visto, Biden ha parato il colpo, giocando d’anticipo. Anche perché sa benissimo che si tratta di una mossa per ora solo simbolica. Molto più significativo è invece il report di WP che, ‘in cauda venenum’, ricorda come non ci sia niente di nuovo sotto il sole.

“La Casa Bianca, infatti, aveva già per le mani un dossier-fotocopia (o quasi), elaborato dal Direttorato Usa per l’Intelligence, nel febbraio di quest’anno, che prevedeva il fallimento della controffensiva ucraina. Ora, forse bisognerebbe chiedere a Biden: cos’hanno cambiato tutti questi morti, Mr. President?”

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

19 Agosto 2023