LA POLIZIA CHE PICCHIA METTE IN RIGA ANCHE IL MINISTRO

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Proteste della polizia dopo che i giudici chiedono la detenzione provvisoria per i 4 che hanno massacrato Hedi, un 22enne di Marsiglia, colpito da un proiettile di flashball, trascinato dietro una macchina e pestato selvaggiamente.
Otto giorni di protesta dopo Marsiglia, ma non contro le violenze su di un giovane di origini arabe, ad appena un mese di distanza dalla morte di Nahel, la cui uccisione aveva provocato le più grandi rivolte dei quartieri popolari dal 2005.
Mentre il Italia i Garanti delle persone private della libertà personale si lottizzano a stretta appartenenza governativa

Picchiatori e impuniti e ministro senza attributi

Sono bastati appena otto giorni di mobilitazione dei poliziotti francesi, il loro sindacato decisamente corporativo, per ottenere l’apertura di un tavolo col ministero degli Interni, con conseguenti promesse di radicali riforme del codice penale e civile. La violenza con lo sconto? La magistratura che fa arrestare 4  picchiatori di Marsiglia un po’ razzisti, visto che prediligono giovani di origini arabe, ad appena un mese dalla morte di Nahel, la cui uccisione aveva provocato le più grandi rivolte dei quartieri popolari dal 2005 attorno a Parigi e in tutto il Paese.

Hedi, una violenza disumana

Finito il pestaggio di una violenza inaudita, Hedi è stato lasciato esangue sul marciapiede, senza chiedere alcun soccorso. «Ho provato a toccarmi la testa, ma non c’era più il cranio», ha poi detto, precariamente salvo ai giornalisti. A Hedi manca la parte sinistra della testa, che si piega a un grottesco angolo di 45 gradi sopra l’orecchio: «per salvargli la vita, i medici hanno dovuto asportargli un pezzo della scatola cranica, danneggiata gravemente dalle violenze dei poliziotti», riferisce Piero Ortona da Parigi.

“La violenza subita da Hedi documentata da immagini di video sorveglianza, la magistratura che avvia un’inchiesta e chiede la detenzione provvisoria per quattro agenti. Finale con lo sconto: in carcere un solo poliziotto, quello che ha sparato con il flashball e non i picchiatori”.

“Detenzione degradante”, non il pestaggio

Una magistratura con lo sconto, eppure si scatena la protesta dei sindacati di categoria. «La detenzione provvisoria del nostro collega a Marsiglia è un trattamento degradante e pericoloso per la nostra funzione», ha scritto in un comunicato Unité SGP Police, invitando i colleghi a mettersi in ‘Codice 562’, che garantisce solo il servizio minimo di risposta alle emergenze. I sindacati hanno alimentato la protesta, chiedendo la revisione del codice penale affinché i poliziotti non possano essere messi in detenzione provvisoria, in una condizione di privilegio difficilmente immaginabile.

Violenze e razzismo della polizia francese

Una mobilitazione, ad appena un mese dalla morte di Nahel, che ha suscitato l’indignazione di chi da anni si batte contro le violenze e il razzismo della polizia francese. «I poliziotti reclamano non tanto il fatto di essere al di sopra della legge e dei corpi degli uomini arabi, neri, poveri, quanto il fatto poter restare al di sopra di tutto, e che il loro mondo continui il suo corso. Le rivolte popolari che hanno fatto seguito all’esecuzione di Nahel gli hanno fatto venire paura, paura che Nahel fosse l’ultimo», ha twittato la scrittrice Kaoutar Harchi.

Comandanti complici

Domenica scorsa, il capo della polizia francese, Frédéric Veaux, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Le Parisien«Sapere che un poliziotto è in prigione m’impedisce di dormire», ha detto Veaux, «in generale penso che prima di un eventuale processo, un poliziotto non dovrebbe stare in prigione». Una presa di posizione senza precedenti, condannata tanto dalla sinistra –«gravissimo: la polizia si mette al di sopra delle leggi» ha affermato il segretario del Partito socialista-  quanto dalla magistratura stessa. In un’ancor più rara dichiarazione, il Consiglio Superiore della Magistratura ha ribadito in un comunicato che «la giustizia deve poter compiere le sue missioni al riparo di ogni pressione».

Ministro quaquaraquà

Ma le pressioni dei poliziotti hanno ottenuto un primo risultato: giovedì, il ministro degli Interni Gérald Darmanin ha espresso solidarietà agli agenti. E i sindacati hanno cantato vittoria: «Il ministro si è detto d’accordo a rivedere il codice penale e inserire una clausola che escluda i poliziotti dalla detenzione provvisoria», costituzionalmente inapplicabile.

Italia: Garanti delle persone private della libertà lottizzati

La nuova triade nominata a lotti politici che ignora detenuti e tortura. L’articolo 18 del Trattato Onu prevede che chi riveste tale funzione «debba avere le capacità e le conoscenze professionali richieste». Inoltre va garantito l’equilibrio di genere. Ma le loro biografie (tre uomini), pare non abbiano evidenti punti di contatto con i temi della privazione della libertà e dei diritti umani. Docenti universitari di materie privatistiche non proprio noti per essere esperti dei delicati temi dei diritti delle persone detenute, dei luoghi di detenzione, delle condizioni dei migranti in attesa di rimpatrio o degli anziani nelle Rsa, denuncia Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

 

Articolo a firma Rem, dalla redazione di

30 Luglio 2023