UN ANNIVERSARIO, PER ME, MOLTO IMPORTANTE

DI MARINO BARTOLETTI

 

Questa è una storia che non tutti conoscono. Ma che mi piace raccontare per festeggiare un anniversario (per me) molto importante.

Era l’estate di 30 anni fa. Esattamente in questi giorni.
Da qualche mese avevo portato al (grandissimo) direttore di Rai Tre Angelo Guglielmi il mio progetto di “Quelli che il calcio” (che ancora non si chiamava così). La cosa non gli era dispiaciuta: ma voleva vederci più chiaro (d’altra parte era una trasmissione che era difficile da “spiegare”). Mi aveva chiesto di lavorarci col capostruttura Bruno Voglino, storico e immaginifico “sfornatore” di idee e di talenti.
Più o meno l’impalcatura era stata messa a punto (compresa la ricerca di alcuni “caratteristi” di cui avevo fatto l’identikit, ma che ancora non avevano un volto definito); per me avevo ritagliato il ruolo di play-maker, ai monitor, chiedendo a Carlo Sassi di starmi a fianco. L’unico problema – non da poco – ancora irrisolto era che non riuscivamo a trovare un front man: perché tutti i personaggi contattati (non faccio nomi) avevano rifiutato e perché i tre profili che avevo indicato a Guglielmi (continuo a non fare nomi, al massimo le iniziali: FF, PB,GC) non gli piacevano: specialmente uno!
Durante un’ennesima riunione nello studio di Gaetano Castelli (per intenderci, l’insuperabile scenografo degli ultimi Festival di Sanremo) qualcuno tirò fuori per la conduzione un nome certamente inatteso e spiazzante: quello di Dario Fo
Guglielmi, innamorato di ogni forma (anche la più inusuale e audace) di “contaminazione” televisiva, fu eccitatissimo all’idea.
Fece fissare subito un appuntamento col Grande Giullare che in quel momento era al Festival dei Due Mondi di Spoleto per la rappresentazione di “Mistero buffo”e mi intimò di andare sul posto (assieme a lui e al bravissimo Nino Criscenti che nel frattempo aveva sostituito a Rai Tre Voglino, “promosso” alla radio).
“Adesso spiega la tua idea a Dario” mi intimò nella hall dell’albergo dove il Maestro ci ricevette affiancato da una diffidente Franca Rame.
Parlai per quasi mezz’ora, con la sensazione di non essere proprio capito. Alla fine prese la parola Franca che – prevenendo ogni commento da parte del marito, peraltro apparentemente incuriosito – sentenziò: “Il mio Dario una stronzata così non la farà mai”!
Forse aveva ragione, anche perché Fo non molto tempo dopo avrebbe vinto il Premio Nobel (e comunque quando poi venne a trovarci in trasmissione si divertì tantissimo). Guglielmi ci restò un po’ male. Io me ne feci una ragione.
Un paio di settimane dopo, a un Festival di Qualcosa a Imola, andammo ad annunciare a Fabio che il conduttore sarebbe stato lui.
E a metà settembre andò in onda per la prima volta, credo di poterlo dire, un’avventura irripetibile. Forse unica nella storia della televisione