UCRAINA, UNA SETTIMANA DI DISASTRI DELLA CONTROFFENSIVA AFU E ORA KIEV CAMBIA TATTICA

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La controffensiva AFU è arrivata alla linea di contatto (neppure alla prima linea di difesa) e lì si è sbriciolata, assieme a quel poco di supporto aereo impiegabile. Lo stato maggiore ucraino è corso rapidamente ai ripari e ora la situazione appare più “fluida”.

Una settimana di disastri della controffensiva AFU

Al netto delle cretinate dei media nostrani, che continuano con il solito disco rotto di sostegno alla guerra, la controffensiva AFU – mai affermata per giorni – si sta rivelando per ora un disastro epocale.

Tentate più direttrici d’attacco sul fronte sud, in nessun caso l’AFU è avanzato in modo degno di nota, ma tutti gli attacchi sono stati respinti con il solo impiego delle riserve tattiche e con effetti devastanti sulle colonne di Leopard 2BradleyBMP e il resto dell’equipaggiamento fornito dall’Occidente che, a quanto pare, ha preteso dallo Stato maggiore ucraino che l’attacco fosse comunque sferrato, benché i vertici militari ucraini, pare (qui tutto ‘pare’, da indiscrezioni, spifferi e fonti non si sa quanto attendibili)  anche questo, fossero tutt’altro che d’accordo.

E infatti sembrerebbe che qualcuno a Washington si stia giocando la carriera sulla controffensiva ma, se le cose rimarranno quelle che si stanno vedendo, è facile che la carriera prossima non sarà agli esteri o alla vicepresidenza ma nel giardinetto di casa a girare hamburger.

Peccato che al solito stiano pagando i poveri disgraziati delle milizie territoriali, ai quali hanno fatto fare un po’ d’addestramento NATO, un tanto per rinominare le milizie brigate d’assalto (pare anche questo) e spedirli in bocca ai russi. I quali, nell’attesa della controffensiva, avevano realizzato cinque – leggi: cinque – linee di difesa, secondo la dottrina militare sovietica. La controffensiva è arrivata alla linea di contatto (neppure alla prima linea di difesa) e lì si è sbriciolata, assieme a quel poco di supporto aereo impiegabile.

Dovrebbe essere chiaro a tutti che la vita degli ucraini non vale nulla, per l’Occidente, e nove anni di politica demenziale stanno conducendo quello sventurato paese all’inferno.

Ma visto che non sono degli sprovveduti a Kiev, l’AFU avrebbe rimpiazzato, in alcuni punti della linea di contatto, le nuove brigate – che al momento si sono rivelate assai poco efficaci – con quelle dei veterani (la 72a ha respinto con successo l’attacco russo a Vuhledar, tra gennaio e febbraio, la 1 brigata presidenziale, la 110a).

L’RFA ha conseguentemente arretrato la linea di contatto. La rapida rotazione delle forze impegnate nella controffensiva dimostra che lo stato maggiore dell’AFU possiede notevoli capacità di risposta anche dopo l’iniziale disastro.

 

Articolo di Raoul Kirchmayr, dalla redazione di

13 giugno 2023