COSI’, GIUSTO PER PARLARE

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Io penso che la cosa più complicata del diventare vecchi non sia l’usura del corpo che inevitabilmente decade fino alla sua fine naturale. E’ una gran rottura di balle ma fin da quando bambini vedevamo i nostri nonni prima incurvarsi e poi andarsene abbiamo avuto tutto il tempo per prepararci.
La cosa davvero complicata è adattarsi al mondo che ci circonda in continuo cambiamento.
E’ un lavoro incessante e faticosissimo che spesso io non riesco a fare, nessuno mi convincerà mai che una Tesla possa avere lo stesso fascino di una Aurelia Sport o che il rumore prodotto dai Maneskin sia la naturale evoluzione della musica dei Bee Gees o di Lucio Battisti.
La cosa diventa ancor più complicata quando a cambiare sono i concetti che ci stanno a cuore e in particolare uno che mi ha accompagnato per tutta la vita, il concetto di Sinistra.
Che cosa c’entra un partito come il PD con i simboli della mia Sinistra, quelli che vanno da Peppone a Cipputi passando per Guevara, le kefiah palestinesi e l’eroismo dei Vietcong? Nulla, meno di nulla.
Rimanere se stessi davanti a questa roba è quasi impossibile, ma davvero voglio passare il tempo che mi resta gongolando davanti alle auto d’epoca o frugando nelle bancarelle alla ricerca di qualche antico vinile?
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