MA CHE BELLA SCOPERTA!

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Davvero avevamo bisogno di qualche centinaio di sfigati ridicolmente militarizzati per indignarci a proposito dell’apatia dei governi italiani nei confronti del neofascismo militante?
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Si tratta di un’infima minoranza rumorosa ma il loro rumore non è quello del grido “presente” mentre tendono il braccio. Il loro rumore è quello dei corpi speciali delle forze armate, quello della testata di Roberto Spada sul naso di un cronista, dei calci che hanno ucciso Willy Monteiro, dei vetri in frantumi alla sede romana della CGIL. E’ un rumore di fondo fastidioso a cui ci siamo abituati che nasce insieme all’antifascismo e che neppure negli anni del terrorismo nero, quello di Piazza Fontana e dell’Italicus, ha mai ottenuto la giusta attenzione.
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Ciò che è cambiato oggi è sotto gli occhi di tutti ma sembra destare meno scandalo di quell’accrocco di sfigatoni di Acca Larentia. Il rumore del neofascismo militante è entrato nelle istituzioni a partire dal vertice del governo coi suoi sinistri ruggiti, con lo sparo della pistolina del deputato Pozzolo e con quello dell’assessore di Voghera Massimo Adriatici che spara nella pancia dell’ambulante Youns El Boussetaoui e con gli sproloqui del generale Vannacci. Il neofascismo nelle istituzioni c’era anche prima ma cercava di mantenersi silenzioso, oggi quel rumore è motivo di orgoglio e di successo.
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A difenderci da questo schifo non ci sono più le Brigate Partigiane, gli ultimi due baluardi rimasti sono la magistratura indipendente e il giornalismo libero e sono proprio loro, lo vediamo in ogni decreto, in ogni nomina e in ogni comizio, a essere il bersaglio strategico di questo governo.
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Magari il problema fosse il saluto romano di quei quattro “pirla”.