17 MARZO

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Si celebra oggi l’Unità d’Italia.

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In pratica la festa di una sola Terra, un suolo chiamato Patria.
Noi amiamo l’ Italia molto di più di quanto amiamo gli Italiani.
Ancora non abbiamo accettato la diversità.
Ancora ci smarchiamo dalle usanze, dalla Storia e perfino dalla lingua dialettale differente tra Regioni.
I fiumi che attraversano il Paese, una volta erano Vie di Comunicazione, poi sono diventati Vie di Separazione.
Il Po divide eppure unisce due sponde, lo stesso vale per l’Arno o il Tevere.
Ma sui due lati, le tribù si fanno la guerra.
Ancora oggi, basta pensare a quei deficienti di Pontida che vanno in giro con le corna in testa e ne bevono l’acqua.
Quelli del Nord andavano in vacanza al Sud come se andassero in Kenia, solo che i terroni erano più bianchi di quelli di Nairobi.
L’Africa incominciava dopo il Tevere.
Eppure Napoli, fu culla della Civiltà molto prima di Roma e molto, molto prima di Milano.
Ma fortunatamente oggi siamo un solo Popolo.
Ci abbiamo messo tempo ma ci siamo arrivati.
Non siamo proprio fratelli (d’Italia) ma almeno cugini di primo grado.
Questa divisione incomprensibile é presente in tutto il Mondo.
Chiedetelo agli Inglesi, ai Francesi, agli stessi Americani.
Se volete esagerare chiedetelo anche ai Coreani.
Io sono Italiano, ne sono fiero ed orgoglioso.
Amo la pizza, gli spaghetti e il mandolino.
Amo quelli di Matera come quelli di Verona e gli abitanti di Bari mi sono simpatici tanto quelli di Piacenza.
Adoro le canzoni napoletane e gli stornelli romani, mi sta sulle palle “Oh mia bela Madunina” tanto quanto “Vitti ‘na crozza” ma é questione di gusto.
Dobbiamo continuare ad amare l’Italia anche quando perde.
Troppo facile agitare bandiere se si vince la Coppa del Mondo.
Semplice incazzarci se qualche giornaletto francese ci disprezza, dopo un sacrosanto vaffanculo, continuiamo ad essere, nel bene e nel male quello che siamo, e che loro vorrebbero tanto essere.
Ricordiamoci che proprio per quello che siamo, il mondo ci invidia, culla di Civiltà, d’Arte, di Musica.
E anche di Mafia, ma “cca nisciuno é fesso” e nemmeno perfetto.