L’ETICA DELLA RECIPROCITA’

DI ANTONIO CIPRIANI

REDAZIONE

 

 

Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Ve la ricordate la Regola d’Oro, il principio filosofico ed etico frutto dell’universale esperienza umana nella ricerca di un modo felice e pacifico del vivere? In tutte le culture, religioni e filosofie antiche rappresenta il valore morale della reciprocità tra individui come fondamento di giustizia, convivenza pacifica, dignità umana, rispetto, libertà e uguaglianza. L’etica della reciprocità è regola d’oro perché semplice, facilmente comprensibile, utile a tutti gli esseri umani che non vogliono uccidere, sopraffare il prossimo, sfruttare gli altri, devastare impunemente il bene comune.

Eppure, nonostante i dettami religiosi, la storia della filosofia e il buon senso che dovrebbe farci riflettere, questa Regola d’Oro sembra essere svanita dalla nostra mentalità, cancellata da una rutilante narrazione mediatica che ha cancellato ogni ipotesi anche lontana di etica della reciprocità.

La strada della nostra esistenza è lastricata di ipocrisia.

Mille giustificazioni penose per nascondere la potenza militare di una cultura del vantaggio, della difesa del privilegio – piccolo o grande sia – a ogni costo; per fingere che non succeda niente neanche di fronte ai bambini morti ammazzati in mare dalle politiche crudeli dei nostri governi. Per chiudere gli occhi davanti all’ingiustizia che ogni giorno si palesa davanti a noi e che continuiamo a fingere che sia normale, che ogni volta il problema sia il traffico e non la ferocia del potere in tutte le sue declinazioni. Tanto più feroce perché capace di annichilire ogni opposizione, di rendere complici le stesse vittime dell’ingiustizia sociale.

Per questo dobbiamo ripartire dalle basi.

Dall’etica della reciprocità in ogni rapporto, dal principio di precauzione, dalla capacità di difendere il bene comune dai carri armati devastanti degli interessi privati: dei singoli, dei gruppi potenti, degli Stati e di quel coacervo di interessi militari-finanziari che dominano senza alternative il mondo.

Il barbiere anarchico, alchimista rurale, resta col rasoio sospeso in aria. Vorrebbe eccepire, si capisce. Ma su che cosa? Che sia fuori moda il discorso sulla Regola d’Oro? che alle persone dà più sicurezza la crudeltà che la bellezza?

Sarà pure così. Questo mondo, questo sistema di valori, l’ipocrisia, le paure, l’ingiustizia che sfocia nella crudeltà, la crudeltà che diventa banalità del male e poi sorrisi e ancora dopo chiacchiere su chiacchiere a sommergere la realtà, tutto questo non mi farà cambiare il mio modo di essere. Non mi renderà un uomo perfetto è allineato capace di interpretare il quotidiano per meglio trarne vantaggio, indifferente e simpatico, cinico e truce con i più deboli. Non mi farà dubitare sul fatto che occorra sempre e solamente stare dalla parte dei meno protetti, di chi subisce ingiustizie, costi quel che costi.

Il barbiere sorride stanco. Abbassa il rasoio pericolosamente puntato verso la luna. Rifinisce il baffo del cliente in attesa e sospira. Serviva dirlo?

 

 

 

Articolo di Antonio Cipriani, dalla redazione di

5 Marzo 2023