LA STRAGE DEL MARE: ALMENO 60 MORTI A CUTRO MENTRE PIANTEDOSI FA LA MORALE AI MIGRANTI

DI ALEXANDRO SABETTI

REDAZIONE

 

Tragico naufragio a Crotone: 59 cadaveri recuperati ma si temono oltre 100 migranti morti in Calabria, sul litorale di “Steccato” di Cutro.

E Piantedosi cita Kennedy per dire che non dovevano partire.

La strage del mare: si temono 100 morti a Cutro

Sono proseguite per tutta la notte le ricerche in mare dei dispersi del naufragio del barcone di migranti avvenuto a Steccato di Cutro che ha provocato, al momento, 59 vittime. Ma non c’è ancora certezza sul numero delle persone che erano a bordo dell’imbarcazione partita 4 giorni fa dalla Turchia che ha finito per spezzarsi in due.

Secondo alcuni superstiti sarebbero stati circa 180. Per altri molti di più. Al momento sono state recuperate circa 80 persone vive. Le agenzie di stampa comunicano che è di 59 il numero dei cadaveri recuperati. Quarantasei sono stati trovati sul posto, altri tre sulla spiaggia di Botricello, nel catanzarese. Altri otto a “Le Castella” di Isola Capo Rizzuto ed uno a Crotone.

Tra le vittime accertate ci sono anche due gemellini di pochi anni e un bimbo di alcuni mesi, di meno di un anno.

E come un mantra, ad ogni tragedia del mare, è ripartito il coro ipocrita della politica che si rimpalla le responsabilità nel gioco delle opposte propagande ma che non riesce a immaginare una soluzione strutturale in grado di affrontare il problema alla radice.

La filiera del mare nel Mediterraneo è l’ultimo tassello di un problema politico a monte, che riguarda i governi, la cooperazione e la gestione dei flussi. Ma quell’ultimo tassello è quello che produce le vittime a danno già avvenuto e dunque non si può che limitare l’effetto immediato e va affrontato contrastando la tratta di esseri umani in fase di partenza e sostenendo le attività di soccorso e assistenza in fase di arrivo. E invece la politica si divide fermandosi alla parte finale (la sinistra) e a quello iniziale (la destra): evitando il discorso nella sua complessità.

E così da Mattarella fino alle più alte cariche europee tutto dichiarano: basta, mai più. Ma già sappiamo che sarà un mai più fino alla prossima tragedia.

La palma dell’intervento peggiore va comunque al ministro degli Interni, Piantedosi, che al termine dell’incontro con i rappresentanti di istituzioni e forze dell’ordine della provincia di Crotone svoltosi in Prefettura, si è lanciato in un panegirico kennediano per tenere il punto fermo sulla propria posizione politica – e dunque quella del governo – piuttosto che limitarsi alla decenza di un commento “informativo” dei fatti:

“L’unica cosa che va detta ed affermata è: non devono partire. Non ci possono essere alternati. Di fronte a tragedie di questo tipo non credo che si possa sostenere che al primo posto ci sia il diritto o il dovere di partire e partire in questo modo. Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità di non chiedermi cosa devo chiedere io al luogo in cui vivo, ma cosa posso fare io per il Paese in cui vivo per il riscatto dello stesso”.

Dunque l’intervento del ministro è servito solo a farci sapere che lui, per sua educazione, se fosse disperato non partirebbe.

 

Articolo di Alexandro Sabetti, dalla redazione di

27 Febbraio 2023