LA GUERRA DELLE OMBRE TRA RUSSIA E OCCIDENTE: SPIE DI QUA E SPIE DI LA’

DI ENNIO REMONDINO

 

 

La necessità di sapere cosa accade in casa avversaria sempre. Se poi è guerra, lo spionaggio diventa vitale per le parti in campo. La crisi ucraina ha certamente risvegliato vecchie ombre e ne ha portate di nuove, come sostiene il Corriere della Sera, pur guardando sostanzialmente a una sola parte. Ma “Tutti combattono, sorvegliano, scavano” anche se ciò che riusciamo a saperne noi è dispari e spesso sospetto. Perché lo spionaggio serve per ottenere informazioni, ma anche a fare “contro-informazione”.

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Rivelazioni sempre interessate

Il Washington Post torna proprio in questi giorni sull’offensiva spionistica del Cremlino e la reazione ‘legale’ dell’Occidente. Le ‘nostre’ spie sono sempre degli eroi da non tradire. Buono e cattivo a ruoli contrapposti. Uno degli episodi più recenti ricordati da Andrea Marinelli e Guido Olimpio sul Corsera, un funzionario dell’intelligence tedesca che ha/avrebbe tradito in favore di Mosca. Vicino all’estrema destra, Carsten Linke, questo il suo nome, e secondo le ultime rivelazioni dello Spiegel, passava ai russi segreti sugli Himars, i lanciarazzi a lunga gittata americani, con l’aiuto di un complice che ha fatto da corriere: Arthur Eller, un trader di gemme e metalli nato in Russia e residente in Bavaria. Rivelazioni nel dettaglio solitamente insolite nello spionaggio schiarato in guerra. Quella di Linke era una scelta ideologica appaiata all’interesse economico, insiste Spiegel: «i suoi gestori lo hanno ricompensato con migliaia di dollari». E la spy story diventa feuilleton.

Gli illegali ‘smascherati’ e le notizia in maschera

Molti gli illegali smascherati, sempre per il Corsera, agenti che si sono stabiliti o hanno cercato di farlo in Europa usando le false identità, di solito sudamericane. «La Russia ha accelerato le operazioni, ha inviato uomini e donne in diversi Paesi ed ha preso dei rischi perché c’è uno scontro in atto, in cui gli occidentali svolgono una funzione primaria imponendo sanzioni e, soprattutto, inviando armi a Kiev». Rifornimenti vitali e Kiev e decisivi per la guerra da boicottare ad ogni costo. Più assaltatori che spie, con quali risultati. Uno dei rari casi in cui l’interesse ad occultare la verità accomuna le parti avversarie. ‘Non sappiamo quello che non sappiamo sia accaduto’, ammettono i colleghi del Corriere. Passiamo quindi alla categoria delle ‘spie ufficiali’, quelle o arrestate o espulse avendo copertura diplomatica.

Spie o presunte tali arrestate

Nel corso dell’ultimo anno sono state arrestate presunte spie russe nei Paesi Bassi, in Norvegia, in Svezia, in Austria, in Polonia e in Slovenia, mentre circa 400 sospetti sono stati espulsi dalle ambasciate russe in tutta Europa. ‘Gli ‘addetti politici’ di accademia FSB (l’ex KGB russo), o Cia o Aise, per una attenzione di casa. «Gli organismi di sicurezza tendono a proteggersi, i panni si lavano in casa e al coperto. Persi gli uomini sul campo che sono stati arrestati o espulsi, Mosca si è arrangiata affidandosi al flusso di rifugiati entrati in Europa con la guerra e, soprattutto, al cyber spionaggio». Dato le fonti esclusivamente occidentali, non sappiamo risultati opposti da parte di Mosca, per trazione sovietica, meno disposta o abile nella diffusione giornalistica di certe vicende.

L’ex Cia e “il quarto uomo”

In questi giorni negli Stati Uniti ha destato clamore The Fourth Man, scritto dall’ex agente della Cia Robert Baer, una figura spesso presente sui media in qualità di esperto. Nel suo libro, dedicato agli anni ’90, periodo di grandi sfide ma già post sovietiche, sostiene che uno dei responsabili del controspionaggio dell’agenzia, Paul Redmon, era in realtà legato ai russi. Redmond era, stando a quanto scrive Baer, il «quarto uomo» dopo Edward Lee Howard, Aldrich Ames e Robert Hanssen. Agenti doppi che hanno provocato falle immense nell’intelligenze Usa. La tesi, basata su fonti interne di Cia e Fbi, è stata però respinta da altri, ritenuta fragile, con possibili code legali e polemiche.

La più grande spia delle Guerra Fredda

Attualità di facile mercato, nella crisi politico militare in corso. Ma sulla materia Remocontro preferisce storie di spionaggio riscontrate da protagonisti con ruoli certi. La storia della spia sovietica del KGB Karel Koecher, ad esempio, intellettuale cecoslovacco inventato profugo anticomunista, che riuscì a farsi arruolare dalla Cia diventando un accreditato analista di cose sovietiche. Assaggio di vecchio giornalismo televisivo di una certa qualità.

18 Febbraio 2023