A BRUXELLES OGNUNO TIRA L’UCRAINA AL PROPRIO MULINO

DI ENNIO REMONDINO

 

 

La tragedia Ucraina trasformata commedia nella recita di troppi co-attori attorno al più esperto Zelensky che interpreta la sua parte di difensore della democrazia europea con un po’ troppa enfasi retorica, ma poi, quando deve cercare di incassare veramente, si prende Germania e Francia da parte, mentre l’Italia se la ‘prende a male’. In alcuni passaggi, la triste passerella di chi la spara più grossa, in cerca di qualche titolo in casa, mentre sul campo di battaglia si crepa. Sapendo tutti che il futuro delle scelte occidentali sulla crisi Ucraina sarà comunque deciso oltre Atlantico, e comunicato a Bruxelles attraverso il locale comando Nato.

Il dramma Ucraina e l’offesa della commedia

Quasi commuove Zelensky che promette la vittoria anche militare, dopo quella politica, sull’invasore russo in nome e per conto della democrazia europea. Se otterrà quei caccia bombardieri che per ora non saprebbe neppure su quale pista intera far atterrare. Mentre il pessimo Putin prepara la campagna di primavera incombente che gli esperti militari occidentali prevedono terribile. Presto, molto prima che arrivino persino i carri armati revisionati promessi, altro che F-16 e persino F-35 sollecitati dalla fantasiosa presidente maltese del Parlamento europeo.

Gara a chi la spara più grossa

Primo attore e protagonista incontrastato Volodymyr Zelensky, che annuncia all’Europarlamento che, «L’Ucraina vincerà e diventerà membro dell’Ue». Già il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von del Leyen, accogliendo l’ospite all’aeroporto, si erano lasciati un po’ andare: «Benvenuto a casa, benvenuto nell’Ue». In aula insegue la già citata presidente del Parlamento, Roberta Metsola, che va dritta in trincea e chiede -citazione agenzia ANSA-, «di fornire sistemi a lungo raggio e i jet necessari per proteggere la libertà che troppi hanno dato per scontata».

Allargare il conflitto con dentro la Nato

Zelensky, abile comunicatore, gioca anche carte politiche, e ‘svela’: «Abbiamo intercettato i piani della Russia per distruggere la Moldavia, per spezzare la democrazia moldava e stabilire il controllo sul Paese». In attesa di riscontri più solidi, il sospetto diffuso di volere allargare il conflitto sino al coinvolgimento diretto della Nato. Sull’invio dei jet militari occidentali, il capo dell’ufficio presidenziale di Zelensky batte Metsola: «La questione della fornitura di armi a lungo raggio e jet militari all’Ucraina è stata risolta», scrive su Telegram Andrey Yermak, al seguito del presidente ucraino.

Jet europei di provenienza ignota

E in conferenza stampa del Consiglio europeo, lo stesso Zelensky ha ringraziato i leader «per la disponibilità a fornire i jet», sorprendendo forse anche qualche capo di governo che era assente o distratto, e certamente noi, stampa occidentale, salvata solo dalla virtù del dubbio. La tragedia che diventa commedia, dicevamo all’inizio, avendo qualche esperienza diretta di cosa la guerra vera prepara in Ucraina, molto prima che certe sparate politiche possano aiutare realmente a fermare l’invasione russa e a ridurne le atrocità.

Fatti più in là… e bacio riparatore

Al vertice dei capi di Stato e di governo della Ue a Bruxelles, Zelensky è arrivato da Parigi assieme al presidente francese Macron dopo il vertice a tre di mercoledì all’Eliseo col tedesco Scholz. Giorgia Meloni esclusa, non l’ha prese molto bene. «È stato inopportuno», ha detto la premier. «Capisco le pressioni di politica interna, ma ci sono momenti in cui ciò rischia di andare a discapito della causa». Macron algido: «La Germania e la Francia, come sapete, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione dell’Ucraina, penso che stia anche a Zelensky scegliere il formato che vuole per i colloqui diplomatici».

Poi il bacio riparatore di Volodymyr con Giorgia, sperando che la guerra non corra più veloce e feroce dei protagonismi.  

Articolo di Ennio Remondino, dalla redazione di

9 Febbraio 2023