DUE SCEMI A SANREMO

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Se qualcuno ieri aveva ancora dei dubbi sul quoziente intellettivo di Amadeus, oggi quei dubbi paiono completamente dissiparsi. Davanti alla esibizione non canora, ma vandalica, di Blanco al Teatro Ariston, Amadeus l’ha trattato come quel padre roso dai sensi di colpa per aver negato il proprio affetto al figlio.
Mentre dalla platea piovevano fischi, e ci mancherebbe altro, Amadeus abbracciava Blanco, cercando di capire per quale motivo aveva deciso di devastare mezzo palco. Non aveva il ritorno della sua voce in cuffia, pare.
Addirittura a più riprese Amadeus è parso quasi scontrarsi con quella parte, maleducatissima, del pubblico che inveiva contro Blanco. Stai calmo Blanco, per carità, hai ragione, state zitti per favore, non urlategli addosso, eccheddiamine! Non sentiva la sua voce, perbacco!
Amadeus, io invece non ho mai avuto dubbi sul tuo quoziente intellettivo. Non a caso la scelta di far leggere in ultima serata il messaggio di Zelensky è caduta proprio su di te. Se tu pretendessi di ergerti a buon esempio, avresti dovuto dare a Blanco scopa e paletta, dicendogli: bene, ora tu non vai via da qui finché non avrai sgomberato il palco da questa robaccia. E pagherai pure i danni.
Amadeus, tra quei milioni di individui che ieri sera ti guardavano, certamente ce n’erano parecchi che hanno condiviso il tuo comportamento, ma solo perché li hai indotti tu, che volente o nolente, almeno per loro, rimani sempre un esempio. E gli esempi vanno seguiti.
Se dovesse accadere che qualche giovinastro, dopo aver bevuto in discoteca un cocktail troppo amaro per i suoi gusti, o poco alcolico per la parsimonia del barista, saltasse il bancone facendo a pezzi le bottiglie esposte, sarai tu a dover pagare i danni.